Mauro Icardi è da poche ore un giocatore del PSG. L’ultima giornata della sessione di calciomercato ha quindi regalato quello che è stato uno dei colpi più importanti dell’estate.
Nel giro di poche ore, l’Inter si è trovata con un pesante fardello in meno sulle spalle, il club transalpino con uno dei centravanti più forti in circolazione a disposizione e lo stesso giocatore con un’importante chance per ripartire e rilanciarsi a grandissimi livelli. Eppure, sebbene la conclusione dell’operazione rappresentasse un qualcosa di vantaggioso per tutti, le ore che hanno portato ad una decisione finale sono state quanto mai tormentate.
Come riportato dal Corriere dello Sport, la notte tra domenica e lunedì è stata particolarmente lunga e densa di dubbi. Si è partiti dalla decisione di Wanda Nara di lasciare gli studi di ‘Tiki Taka’ a mezzanotte e quaranta a seguito di una telefonata dell’intermediario dell’operazione e delle prime pressioni da parte dell’Inter, e si è andati avanti con un importante ostacolo da superare: la volontà dello stesso Icardi.
L’attaccante argentino era infatti assolutamente deciso a restare a Milano e all’Inter e in un primo momento è stata questa l’unica opzione presa in considerazione. Sono seguite ore roventi nelle quali la moglie-agente ha cercato di convincerlo ad accettare la nuova destinazione, cosa poi avvenuta tra molti dubbi e tantissime riflessioni. Ancora al momento della partenza per Parigi però, non la firma sul nuovo contratto che l’avrebbe legato al PSG era ancora tutt’altro che scontata, tanto che solo a giornata inoltrata si è iniziato ad avere la sensazione che realmente la fumata bianca potesse arrivare.
Come riportato dal Corriere della Sera, fondamentale per il buon esito dell’operazione è stato l’apporto di Pino Letterio, l’ex procuratore di Icardi. Wanda Nara, preso atto dell’ostracismo del marito, si è rivolta in lacrime a lui affinché convincesse l’attaccante ad accettare la nuova destinazione.
E’ stato proprio Letterio, con un messaggio, a portare Icardi a pensare che una permanenza a Milano sarebbe stata dura da sopportare probabilmente per i suoi bambini, visto che si rischiava di andare verso mesi di contestazioni, magari contrassegnati da duri striscioni come quelli apparsi domenica davanti alla sua abitazione milanese.