Era dai tempi del grande Zico che Udine non impazziva per un altro numero 10. Nella storia del club friulano, Antonio Di Natale è probabilmente l’unico che può avvicinarsi all’aura mistica e divina del “Galinho”.
Cresciuto nel San Nicola di Castello di Cisterna (nell’hinterland napoletano) e approdato ad Empoli ragazzino, dopo aver fatto esperienza in giro per le serie minori entra in pianta stabile della prima squadra empolese, guadagnandosi la fiducia dell’allora allenatore Silvio Baldini.
Tre anni in serie B a suon di gol, poi la promozione in A dove l’attaccante campano si conferma con 13 gol il primo anno e 6 il secondo.
L’amara retrocessione della stagione 2003/2004 porta però il club toscano a vendere i suoi pezzi pregiati, ed è lì che l’Udinese entra in scena.
Antonio Di Natale ha legato all’Udinese ben dodici anni, praticamente tre quarti della sua intera carriera, diventando in successione (fonte Wikipedia): Calciatore col maggior numero di presenze in con la maglia dell’Udinese in serie A (385); Calciatore col maggior numero di reti realizzate in Serie A con la maglia dell’Udinese (191); Calciatore col maggior numero di presenze nelle competizioni europee con la maglia dell’Udinese (37); Calciatore col maggior numero di reti realizzate nelle competizioni UEFA per club con la maglia dell’Udinese (17)…
Insomma, una vera e propria leggenda del club.
Ha segnato 311 gol in carriera, divisi tra Udinese(227), Empoli(55), Viareggio(12) e Iperzola(6), 17 nelle competizioni europee (tutti con la maglia bianconera friulana) e 11 in nazionale, raggiungendo il 28º posto nella speciale classifica dei marcatori azzurri di tutti i tempi.
Ha vinto la classifica marcatori in serie A per due anni consecutivi.
Ha partecipato ad un mondiale e due Europei con l’Italia.
Ha segnato ad un mondiale e all’Europeo.
Si è tolto la soddisfazione di indossare la fascia da capitano con la maglia azzurra.
Ha giocato in Champions League e in Europa League, segnando anche nella storica vittoria contro il Liverpool ad Anfield.
Tutto questo rientrerebbe nella norma per un grande giocatore, se non fosse che ha raggiunto tutti questi traguardi con la maglia dell’Udinese.
Diventare grandi non giocando mai in un top club.