Stagione 2012-13. Stephan El Shaarawy ha diciannove anni, gioca nel Milan e ha tanta voglia di diventare un campione.
Dopo aver esordito in Serie A a sedici anni nel Genoa e dopo essersi fatto le ossa in B a Padova, in rossonero prima fa ‘tirocinio”, poi esplode all’improvviso il secondo anno. E il rimbombo iniziale è assordante: segna 14 gol (tanti di pregevole fattura) solo nel girone d’andata e per un bel pezzo del campionato guida da solo la classifica cannonieri.
Più del Matador Cavani, più del Principe Milito. Più di tutti.
In Champions League, dove diventa il più giovane marcatore della storia del Milan, segna un gol meraviglioso, uno dei più belli dell’anno, contro lo Zenit San Pietroburgo: presa palla a trequarti campo, si invola palla al piede verso la porta avversaria, saltando i difensori russi come birilli fino a gonfiare la rete.
Tecnica, velocità, forza, dribbling: Stephan è un gioiello che ha tutto per diventare un top player.
Sembra stia nascendo una nuova stella, il nuovo astro nascente del Milan, della serie A e della nazionale italiana (El Shaarawy poteva scegliere tra due nazionali, Italia ed Egitto, visto che è nato a Savona da padre egiziano e madre italiana).
Il Manchester City dello sceicco Mansour si fa subito sotto: 40 milioni cash sul piatto, tutti insieme. Il Milan inizialmente vacilla ma non cede, crede fermamente che il suo prezzo possa lievitare negli anni a seguire.
Non poteva immaginare che da lì a pochi mesi, sarebbe iniziato ad andare tutto storto.
Il giovane talento si fa male: una, due, tre volte. Ricadute su ricadute, torna in campo con il contagocce e non sembra più lui. Per un anno non si hanno tracce calcistiche praticamente, se non qualche sporadica apparizione. Iniziano a sentirsi in giro “cattiverie” sul suo conto, la stella sembra si stia già eclissando.
E ad un certo punto la cessione, è inevitabile: viene ceduto (svenduto) al Monaco per poco più di 16 milioni, lì dove il “Faraone” va in cerca del riscatto.
Ma nemmeno in terra monegasca riesce a risollevarsi. Le partite giocate sono poche, le difficoltà tante. Sembra il capolinea.
Ma c’è qualcuno che crede ancora in lui: la Roma.
La città eterna finalmente ridà ossigeno ad una carriera bloccatasi quasi sul nascere. Da gennaio a maggio 2016 saranno 8 gol, tanti assist e ottime prestazioni: finalmente Stephan El Shaarawy sembra tornato sui livelli dell’anno d’oro al Milan. Negli anni a seguire ripete buone stagioni: nel 2016/17 giocherà tanto, 44 presenze totali, condite da 12 gol (8 in campionato) e molti assist.
Nel 2017/18 le presenze saranno le stesse, 44, e i gol 9 (sette in campionato).
Poi lo scorso anno torna dopo tanti anni in doppia cifra in serie A: saranno 11 i gol in campionato per l’italo-egiziano, che sembra finalmente poter diventare importante in un club di livello come la Roma.
Ma ecco che arriva l’ennesimo colpo di scena: dalla Cina giunge l’’offerta che non ti aspetti, la proposta economica irrinunciabile per lui e per il club. Lo Shanghai Shenhua offre un triennale da 16 milioni all’anno per il giocatore, 20 invece per le casse giallorosse bisognose di soldi per il fair play finanziario. Lui prova a fare resistenza, ma il suo entourage lo convince ad accettare la super proposta.
Un fulmine a ciel sereno, soprattutto considerando l’età e le potenzialità ancora non totalmente espresse.
Adesso il faraone ha compiuto 27 anni (proprio oggi) e dalla lontana terra cinese sta cercando con tutte le forze di rimanere aggrappato almeno alla nazionale, dove dieci giorni fa ha anche segnato nel match contro il Liechtstein.
Tutti vorremmo un giorno poter rivedere ancora ad alti livelli, magari in Italia, quel ragazzo con la cresta che lo scorso anno stava forse per compiere finalmente il salto definitivo e che tanti anni fa strabiliò San Siro, facendo sognare e innamorare gli esigenti tifosi rossoneri e i tanti amanti di calcio.
Forse, un giorno, tornerà anche il tempo del Faraone…