DYBALA: E’ JOYA VERA
C’è poco da dire. Se non che l’attuale Dybala rappresenti per la Juventus una pedina imprescindibile. Una magia su punizione e, soprattutto, una continuità di rendimento degna dei tempi migliori. La Joya, in questa stagione, ha già segnato 3 goal in 2 presenze da titolare in Champions League. Come se non bastasse, il centravanti argentino è il miglior marcatore della Signora nell’Europa che conta a partire dalla scorsa annata (8 reti). Numeri importanti, che sottolineano come la nuova gestione sia riuscita a recuperare un giocatore sopraffino destinato a crescere ulteriormente. Dal possibile approdo al Manchester United a un ruolo centrale nella Juve del nuovo corso. Il bello, o il brutto, del calcio.
RONALDO, NON CI SIAMO
Non al top della condizione, e reduce da un turno di riposo, CR7 quando vede l’Atletico Madrid solitamente non ammette sconti. Appunto, solitamente. Questa volta la statistica personale anti colchoneros non si aggiorna: 25 goal in 34 partite. In generale, una prova opaca caratterizzata da una condizione fisica tutto fuorché brillante. Insomma, non è il vero Ronaldo. Non è quello, per intenderci, che lo scorso marzo regalava tre dispiaceri al Cholo. Sarri, tuttavia, ha concesso al fenomeno portoghese l’intera gara, optando per regalare una meritatissima standing ovation a Dybala. La sensazione, anche considerando le 34 primavere, è che la gestione sia doverosa. A maggior ragione considerando gli impegni che, nei prossimi mesi, assumeranno una valenza vitale per la stagione della Signora.
UN NUOVO ATLETICO MADRID
I colchoneros hanno cambiato decisamente pelle. Simeone, dopo anni spesi verso una determinata filosofica calcistica, negli ultimi tempi ha ideato un nuovo disegno tattico: stessi numeri, movimenti differenti. Il 4-4-2 rappresenta sempre la chiave di lettura principale, ma i dettami propongono un’interessante evoluzione. Più possesso, palla a terra e terzini molto alti. Insomma, usi e costumi differenti. Che, tuttavia, verranno valutati e giudicati solamente nel lungo periodo. Le linee guida sfociano nella piena compattezza collettiva che, impreziosita dalle individualità, propone complessivamente un prodotto di livello. Ancora, tuttavia, da perfezionare chirurgicamente. In quanto, proprio come emerso in entrambe le sfide contro la Signora, il divario difficilmente potrà essere colmato nella stagione corrente.
SI SCRIVE DE LIGT, SI LEGGE MURO
Serviva semplicemente pazienza, nient’altro. L’investimento più oneroso della storia del mercato della serie A, per quanto concerne i difensori, sta già fornendo i suoi frutti. Prova mostruosa, infatti, quella proposta da De Ligt contro l’Atletico Madrid: annullati gli attaccanti biancorossi. Il tutto, all’insegna della manifesta superiorità. La stessa con cui il centrale olandese si era imposto all’Ajax, tanto da ottenere la fascia da capitano. Ora, a 20 anni e con il passaggio alla Juve, va persino meglio. Perché, al di là di un avvio balbettante, le prestazioni nelle ultime uscite non sono mancate. Ottima, inoltre, l’intesa con Bonucci. Musica per le orecchie di Sarri,
MORATA, SERATA IMPALPABILE
Applaudito alla lettura delle formazioni dal suo vecchio pubblico, il puntero spagnolo non la becca praticamente mai. Complice l’ottima serata vissuta di centrali bianconeri, dominanti in tutto e per tutto. Qualche idea embrionale, ma senza la benché minima efficacia. Detto ciò, l’ex juventino paga una prova collettiva piuttosto deludente. In parole povere, supporto dai compagni pressoché inesistente. E pensare che allo Stadium, per due stagioni, il bomber iberico si è tolto le sue soddisfazioni. Leggermente meglio in coppia con Joao Felix, uno che sa dare del tu al pallone. Eccome.