Inter-Roma e quel cucchiaio memorabile
26 ottobre 2005, Stadio Giuseppe Meazza in San Siro. Si gioca Inter – Roma, valevole per la 9ª giornata di Serie A.
La squadra di Roberto Mancini, approdato a Milano l’anno precedente, è seconda in classifica, a meno sei punti dalla capolista Juventus. La Roma invece del neo tecnico Luciano Spalletti, ha iniziato male la stagione, i punti raccolti sono solo 9 in 8 partite giocate.
L’Inter schiera un 3-5-2 con Julio Cesar in porta, difesa a tre con Cordoba, Materazzi e Samuel; sulle fasce laterali Favalli e Ze Maria; centrocampo tutto argentino con Veron e Cambiasso, davanti a loro Luis Figo e “Chino” Recoba, a supporto dell’unica punta Julio “El jardinero” Cruz.
I giallorossi rispondono con un 4-2-3-1 di chiaro stampo “spallettiano”: tra i pali un altro brasiliano,Doni; in difesa da destra a sinistra Panucci, Kuffour, Chivu e Cufrè; nella zona centrale della mediana agiscono Perrotta e De Rossi, “terzetto” di trequartisti formato da Mancini, Totti e Taddei; unica punta l’aeroplanino Vincenzino Montella.
Dirige l’incontro il signor Rosetti di Torino.
È il 30’ e i giallorossi sono già in vantaggio grazie ad un gol di Vincenzino Montella.
La partita è comunque intensa e combattuta, a tratti anche piacevole.
Fino a quando un signore dai capelli lunghi, con il numero 10 dietro le spalle e la fascia di capitano al braccio, decide di fare quello che vuole.
Letteralmente quello che vuole…
Vince prima un contrasto a metà campo di
prepotenza, poi protegge il pallone con forza dal ritorno di due avversari e
dalla sinistra punta dritto verso la porta.
La difesa nerazzurra arretra giustamente a protezione dell’area di rigore, pensando che da quella zona lì, normalmente, nessuno può essere pericoloso.
Normalmente…
Giunto così al limite dell’area, quando tutti pensano ad un filtrante o ad un classico tiro potente dei suoi, Totti estrae invece dal cilindro un soffice ed inaspettato pallonetto, che beffa un incredulo Julio Cesar e si insacca sotto la traversa, lasciando a bocca aperta tutto il pubblico presente.
Anche il tecnico avversario Roberto Mancini non poté far a meno che applaudire istintivamente la magia del capitano avversario.
Ad inizio ripresa il 10 giallorosso segna anche un calcio di rigore, la gara termina 3-2 per la Roma (l’Inter accorcia due volte con la doppietta del subentrato Adriano) e dopo undici lunghi anni espugna la San Siro nerazzurra.
Grazie soprattutto al suo capitano (che a fine gara verrà espulso insieme a Veron), e a quel gol che è destinato a rimanere nell’immaginario collettivo di tanti appassionati di calcio.
Una rete indescrivibile, un vero capolavoro, un’opera d’arte: un mix di forza, sfrontatezza, tecnica, classe, che ha pochi eguali nella storia del calcio.
Anche perché a pensare ad una giocata del genere o sei un pazzo, o sei un genio…
O sei Francesco Totti.