31 maggio 1996. Stadio Olimpico Montjuic, Barcellona.
Si gioca la finale del campionato europeo Spagna–Italia.
Da una parte Mendieta, De La Pena, Morientes, Raul. Dall’altra Nesta, Cannavaro, Totti, un giovanissimo Buffon in panchina e tanti altri ottimi giocatori come Tommasi, Tacchinardi, Panucci, Amoruso, Morfeo, Marco Delvecchio.
Cosa c’è di così particolare direte voi? Nulla, se non fosse che quelle erano le nazionali Under 21 dei due paesi.
Due generazioni formidabili a confronto, in una finale tiratissima.
Per Raúl Gonzalez Blanco, astro nascente del calcio spagnolo e del Real Madrid, c’è un marcatore fisso, Fabio Galante, che racconterà così di quel duello: “Mister Maldini mi disse prima della gara: ‘Fabio occhio a quel Raul, non lo mollare mai, ha un sinistro micidiale!’ Così l’ho marcato stretto per tutta la partita e l’ho riempito di botte (ride ndr). Lui però non ha mai avuto reazioni isteriche, era già un gran signore.”
Fu una finale emozionante, senza esclusioni di colpi tra due squadre piene di talento.
Un autogol spagnolo ispirato da Totti alimenta le speranze italiane, poi si scatena una rissa e a farne le spese è Nick Amoruso, che viene espulso. L’Italia rimane in dieci, e con Raul in agguato non era proprio il massimo.
“Quando entrava in area creava sempre una sensazione di pericolo, metteva quasi timore. Lo controllai bene, anche perché con me c’erano Nesta e Cannavaro… Era proprio difficile tirarci in porta…”
Tant’è che Raul riuscì a segnar solo su calcio piazzato.
Ma che perla… 1-1!
Da lì è un assedio spagnolo, forti dell’uomo in più. Ma l’Italia reggerà fino al novantesimo. Ai supplementari gli azzurri rimarranno addirittura in nove per l’espulsione di Raffaele Ametrano: inizia così per l’Italia una vera e propria “notte da leoni”. E dopo esser riusciti a fermare tutti gli assedi iberici, la selezione italiana arriva stoicamente ai calci di rigore.
Inizia l’Italia, male.
Panucci sbaglia, ma per fortuna Ivan De La Peña (grande Stella del calcio spagnolo, flop in Italia), pareggia gli errori dal dischetto. Poi segnano tutti fino all’attesissimo quarto rigore della Spagna: tira Raul. Calcia bene, ma super Pagotto, già protagonista durante il match, si supera.
Per l’Italia il rigore decisivo spetta a Domenico Mimmo Morfeo, l’eterna promessa. Il genio abruzzese calcerà il penalty con la sfrontatezza che lo ha sempre contraddistinto nella sua carriera, segnando e regalando uno storico “tris da favola” agli azzurrini.
Sì, perché l’Italia di Cesare Maldini era campione d’Europa per la terza volta consecutiva, prima e unica nazionale a riuscirci. E sempre con lo stesso selezionatore!
La storia era stata scritta e gli interpreti non potevano che essere speciali.
P.S. Quattro facenti parte di quella selezione (Cannavaro, Nesta, Totti e Buffon) vinceranno poi dieci anni dopo la storica coppa del mondo tedesca. E sapete chi verrà premiato miglior giocatore del torneo?
Fabio Cannavaro, pallone d’oro 2006.
Tabellino: ITALIA – SPAGNA 5 – 3 DOPO I RIGORI
ITALIA (5-3-2): Pagotto – Fresi Panucci, Cannavaro, Galante (120′ Pistone), Nesta – Ametrano, Brambilla, Tommasi (75′ Tacchinardi) – Amoruso, Totti (75′ Morfeo).
SPAGNA (4-3-3): Mora – Santi, Corino, Aranzabal, Roberto, De la Peña, Mendieta, Josè Ignacio (46′ De Pedro) – Idiakez (46′ Oscar), Raùl, Lardin (90′ Morientes)
Arbitro: Benko.
Reti: 12′ Idiakez (aut.), 42′ Raùl.
I rigori: Panucci fuori, De la Pena parato, Fresi gol, De Pedro gol, Pistone gol, Aranzabal gol, Nesta gol, Raùl parato, Morfeo gol.
Note: 34.600 spettatori.
Ammoniti: Nesta, Totti, Josè Ignacio, Oscar.
Espulsi: Amoruso e Ametrano.