Nel calcio, i soprannomi nascono a volte in modo casuale, raccontando una storia o un aspetto della vita di un calciatore che accompagnerà quel ragazzo per tutto il resto della sua carriera. A volte è un soprannome che il calciatore si porta dietro dall’infanzia, altre volte sono i tifosi a decretarne la nascita, altre volte ancora vengono fuori da qualche dinamica di spogliatoio.
Certe volte, invece, sembra che un soprannome sia sempre stato lì, sia quello più naturale possibile per quella persona. Un accostamento facile e immediato, che diventerà il marchio di fabbrica di quel calciatore.
Un po’ quello che è successo a Pietro Iemmello; con quel nome, in fondo, era difficile non pensare agli Zar di Russia che si chiamavano proprio come lui. E infatti, da qualche anno, per la precisione da quando Iemmello è arrivato a Foggia, è diventato lo Zar, o, meglio ancora, Re Pietro.
E in effetti con la maglia del Foggia Iemmello è stato Re per davvero. Nella magica stagione 2015/16, chiusa con la finale per la promozione in Serie B persa contro il Pisa di Gattuso (ricorderete, sicuramente, le storie tese tra l’attuale allenatore del Napoli e De Zerbi, all’epoca allenatore rossonero) andò a segno per ben 37 volte in 42 partite.
All’epoca Pietro Iemmello aveva 24 anni, e tutti pensavano che quello sarebbe stato il suo trampolino di lancio. Tanto è vero che, dopo quell’annata strepitosa, la Serie C gli stava stretta. Nell’estate del 2016 era stato addirittura il Sassuolo a puntare su di lui, per portarlo in Serie A, nelle ultime settimane del mercato.
In quell’estate Iemmello sembrava pronto al grande salto, con un debutto da far girare la testa: 33 minuti contro la Juventus. Nella stagione 2016/17 Iemmello gioca per lo più da riserva con i neroverdi, trova il primo gol in Serie A il 16 ottobre 2016 contro il Crotone, e poi nel finale di stagione segna 4 gol nelle ultime 5 partite. Indimenticabile la doppietta a San Siro contro l’Inter, per ratificare lo storico successo nerazzurro alla Scala del Calcio.
Nella stagione successiva, Iemmello si trasferisce al Benevento, ma sarà un’annata sfortunata per lui e tutta la sua squadra. Solo due gol, uno dei quali arriverà curiosamente ancora a San Siro, stavolta per battere il Milan.
L’estate del 2018 è quella del ritorno a casa. Non casa vera, visto che Iemmello è di Catanzaro, ma casa metaforica. Casa intesa come il posto che ti fa stare bene, che ti fa sentire Re. E per Iemmello quel posto è, naturalmente, Foggia. Con i rossoneri, nel 2018/19, Iemmello segna 7 gol in 26 partite, ma i rossoneri retrocedono in Serie C (prima di vivere anche il fallimento, visto che attualmente il Foggia è finito a giocare in Serie D).
Ancora una volta, Pietro Iemmello si trova a dover cambiare squadra. Non va in doppia cifra da parecchi anni, il treno della Serie A sembra ormai passato, e, a 27 anni, non può permettersi di sbagliare, non può permettersi altri stop. Nell’estate del 2019 arriva la chiamata del Perugia di Massimo Oddo, e Pietro Iemmello, in questa stagione, ha sapputo vestire nuovamente i panni del leader.
È tornato a segnare con continuità, e a metà stagione ha ormai già superato abbondantemente la doppia cifra di gol. In un campionato difficile ed incerto come la Serie B chi può contare su un leader che trascina la squadra e su un bomber capace di segnare anche nelle giornate storte, ha un’arma in più, un’arma che può portare anche nelle zone nobili della classifica. E il Perugia, quest’anno, ha deciso di aggrapparsi al suo Re. Anzi, al suo Zar.