Nel corso degli anni abbiamo imparato ad ammirare diversi attaccanti che, per opportunità o per scelta, hanno legato il proprio nome a quello di alcune squadre di provincia del calcio italiano.
Giocatori in grado di realizzare tantissime reti e capaci, per questo motivo, di entrare nel cuore della gente alla stregua dei grandi campioni, riuscendo a creare un legame indissolubile con quelle realtà di provincia portate in auge grazie ai loro gol.
Spesso si è trattato di calciatori che, una volta lasciata la provincia in cerca di fortuna nei grandi club, non sono più riusciti a ritrovare quell’idillio magico che li aveva fatti esplodere, tanto che per questi giocatori è stata coniata la categoria dei “Bomber di Provincia”.
Oggi vogliamo sceglierne cinque, senza metterli necessariamente in ordine di preferenza, tra quelli ai quali siamo più affezionati.
5) RICCARDO ZAMPAGNA
Iniziamo subito con un mostro sacro di questa speciale categoria: Riccardo Zampagna. Un toro di oltre 95 kg e alto 183 centimetri in grado di segnare nei modi più spettacolari possibili.
Zampagna era forte di testa, come facilmente immaginabile date le caratteristiche fisiche, ma il suo colpo preferito era la rovesciata, eseguita con efficacia ed eleganza insospettabili per uno di quella stazza.
Nel corso della sua lunghissima carriera Zampagna ha girato diverse squadre senza mai approdare in una cosiddetta “big”; il suo nome, non ce ne vogliano tutte le altre tifoserie delle squadre in cui ha militato, è legato indissolubilmente a quello di Ternana, squadra della città in cui è nato, Messina ed Atalanta.
4) CHRISTIAN RIGANÒ
Dio perdona, Riga-No.
Poche volte una celebre frase, o se preferite un aforisma calcistico, è stato in grado di descrivere in maniera così fedele un bomber. Christian Riganò, in qualsiasi categoria abbia giocato, e le ha fatte tutte eccetto la terza categoria, non ha mai perdonato i portieri avversari.
Come Zampagna anche Riganò era dotato di un fisico possente che sfruttava per fare a spallate con i difensori avversari e svettare più in alto di tutti, forse meno spettacolare ma certamente non meno incisivo quando si trattava di buttarla dentro, in un modo o nell’altro.
Non si può parlare di Riganò senza citare l’epopea in maglia Viola, iniziata nel 2002 quando la Fiorentina si chiamava Florentia Viola, in seguito al fallimento, e terminata una volta raggiunta la serie A.
Prima di approdare a Firenze Riganò si è messo in luce a Lipari, sua città natale, a Barcellona Pozzo di Gotto nell’Igea Virtus, a Messina e Taranto. Nella stagione 2007-2008 ha provato anche una breve esperienza in Spagna al Levante, conclusasi con 4 reti in 13 presenze totali.
3) IGOR PROTTI
Igor Protti, insieme a Darione Hubner di cui leggerete dopo, è stato l’unico calciatore in Italia a vincere la classifica cannonieri in Serie A, B, e C1.
Il suo nome è legato in maniera indissolubile a quello di Livorno, dove da solo e insieme al compagno di reparto Cristiano Lucarelli ha scritto le pagine più importanti della storia recente degli amaranto.
Igor Protti ha giocato per il Livorno sia nella fase iniziale della carriera, dal 1985 al 1988, che in quella finale, dal 1999 al 2005, che è anche stata quella più proficua in termini di gol realizzati e traguardi raggiunti.
Oltre che a Livorno Protti viene ricordato in maniera molto positiva sia a Messina, piazza ricorrente in questa speciale classifica, che a Bari, nonostante il suo titolo di capocannoniere della serie A sia coinciso con la retrocessione della squadra.
2) DARIO HUBNER
Del Tatanka, soprannome storico di Dario Hubner, il compianto presidente del Brescia Luigi Corioni disse che senza la grappa e le sigarette sarebbe stato il più forte di tutti.
Noi invece pensiamo che senza grappa e sigarette, molto semplicemente, non sarebbe stato Dario Hubner.
Come detto in precedenza lui e Protti sono stati i soli due calciatori in grado vincere la classifica marcatori nelle prime tre serie del calcio italiano.
La vita calcistica del Bisonte è legata unicamente alla provincia, in particolare le sue annate migliori sono quelle disputate a Fano, Cesena, Brescia e Piacenza mentre l’unica parentesi veramente negativa è quella all’Ancona, nella stagione 2003-2004. Sì, proprio l’annata sciagurata di Mario Jardel.
Nonostante non abbia mai fatto parte di una grande squadra è stato un attaccante di assoluto valore, in grado di vincere la classifica marcatori di Serie A quando nel nostro campionato circolavano attaccanti del calibro di Trezeguet, Shevchenko e Bobo Vieri, solo per citare tre nomi che hanno scritto pagine importanti della storia di questo giochino.
1) JAVIER CHEVANTON
Abbiamo deciso di inserire anche uno straniero in questa classifica, perché nonostante Javier Chevanton si possa considerare salentino d’adozione a tutti gli effetti, la sua carta d’identità dice che è nato a Juan Lacaze, Uruguay.
Dopo aver abbandonato la patria Chevanton arriva in Italia, a Lecce, dove subito si innamora di squadra e città. Dal 2001 al 2004 con i giallorossi segna 46 reti in 88 partite e diventa un idolo assoluto di Via del Mare.
Positivissimo anche il biennio successivo, al Monaco, mentre l’esperienza spagnola al Siviglia è stata caratterizzata da luci ed ombre.
In Italia ha vestito per un breve periodo anche la maglia dell’Atalanta, ma in nessuna squadra è scoccata quella magia che andava in scena ogni volta che si allacciava gli scarpini al Via del Mare.
Dopo la prima esperienza Chevanton torna a Lecce una seconda volta, nella stagione 2010-2011, ed infine una terza volta, nell’annata 2012-2013, sottolineando come sia stato l’affetto sconfinato della gente a portarlo verso quella che ormai si può definire la sua casa.