Negli anni successivi all’avvento e alla consacrazione di Roberto Carlos come uno dei terzini sinistri migliori del calcio mondiale sembrava inevitabile che qualsiasi calciatore brasiliano si fosse trovato a percorrere la fascia sinistra avrebbe dovuto fare i conti con il paragone con l’ex giocatore, tra le altre, di Inter e Real Madrid.
È successo a tantissimi giovani brasiliani di belle speranze cresciuti tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio, quando facilità di corsa, buon tiro dalla distanza e facilità nel trovare la via del gol erano condizioni più che sufficienti, e spesso neppure così fondamentali, per essere etichettati come “nuovo Roberto Carlos”.
Lo sa bene, ad esempio, Athirson Mazzoli de Oliveira, meglio noto semplicemente come Athirson, difensore transitato anche dalle nostre parti con la maglia della Juventus senza lasciare traccia. Athirson, a differenza di molti brasiliani che provengono da un’infanzia difficile e tormentata, cresce in maniera agiata e si affaccia al calcio che conta nel 1996, quando gli osservatori del Flamengo lo notano mentre sta giocando nella squadra di calcetto del suo quartiere.
Viene portato subito in prima squadra dove rimane due stagioni prima di passare al Santos, nel 1998. È il periodo in cui Roberto Carlos imperversa nel Real Madrid e Athirson si sta mettendo in evidenza in patria per caratteristiche tecniche e fisiche che secondo molti ricordano proprio quelle del massiccio terzino dal mancino poderoso. Caratteristiche che vengono confermate ed enfatizzate nei due anni successivi di Athirson al Flamengo, di ritorno dal prestito, quando realizza 18 reti in 99 presenze totali.
Le potenzialità di Athirson sono sotto gli occhi di tutti
Tant’è che fin dagli esordi viene chiamato nelle varie rappresentative giovanili della nazionale verdeoro e nel 1999 arriva addirittura la chiamata della Seleçao. Giocare nel Brasile in quegli anni significa avere come compagni di squadra gente del calibro di Ronaldo, Roberto Carlos, Cafù, Ronaldinho e via discorrendo. Sì, c’è anche Vampeta, ma di lui parleremo in un altro speciale di questa rubrica, non abbiate timore.
Athirson è sul radar degli scout di tutta Europa anche perché nel 2000 il suo contratto con il Flamengo scade e c’è la possibilità di accaparrarselo senza grosse difficoltà, almeno questo è ciò che deve aver pensato la Juventus, che per prima si fionda sul calciatore brasiliano. In realtà i problemi ci sono eccome, perché il Flamengo non è per nulla felice di come si sono svolte le trattative tra il suo calciatore e la Juventus e blocca il trasferimento fino al Febbraio dell’anno successivo, quando la UEFA risolve il contenzioso e consente alla società bianconera di tesserare il calciatore.
A chi subito gli chiede se si senta o meno il nuovo Roberto Carlos, Athirson risponde in questo modo: “Con Roberto Carlos abbiamo alcune caratteristiche comuni ma non siamo proprio uguali. Lui è un campione, io lavoro per diventarlo. Come stile di gioco mi paragonerei al milanista Serginho”. Insomma ci tiene a mettere subito le cose in chiaro, rifiutando un paragone importante ma proponendone uno altrettanto impegnativo.
L’esordio in maglia bianconera avviene il 1 Aprile 2001, scherzo del destino, quando subentra a Zidane nella sfida contro il Brescia terminata con il pareggio per 1-1. È una Juventus costellata di grandissimi campioni (oltre al già citato Zidane c’erano Davids, Inzaghi, Del Piero e Trezeguet) e qualche meteora (Kovacevic, Esnaider e O’Neill), solo per citare i più rappresentativi di entrambe le categorie.
Ben presto è chiaro che Athirson è destinato a rimpolpare le fila delle meteore, poco impiegato sia da Ancelotti, allenatore della stagione 2000-2001, sia da Marcello Lippi, tecnico nella stagione successiva.
Arrivato da appena un anno e con 5 sole presenze, Athirson verrà rispedito nuovamente al Flamengo, in prestito.
L’intenzione di sbarazzarsene da parte della Juventus è però piuttosto chiara, tant’è che pur di non farlo tornare tra i propri ranghi al momento della scadenza del prestito paga una penale di 2,3 milioni di euro e rescinde il contratto.
Dopo una breve esperienza in Russia torna in patria, prima di fare nuovamente le valigie destinazione Germania. L’esperienza al Bayer Leverkusen dura due anni, dal 2005 al 2007, in cui colleziona 30 presenze e due reti, senza tuttavia destare un’impressione positiva.
Rispedito in Brasile, Athirson gira diverse squadre prima di appendere definitivamente le scarpette al chiodo, cosa che avverrà nel 2012, probabilmente con qualche anno di ritardo.
Nel 2015 decide di intraprendere la carriera da allenatore e attualmente guida il Goytacaz, società brasiliana con sede nella città di Campos dos Goytacazes, nello stato di Rio de Janeiro.
A conti fatti Athirson è stato uno dei tanti calciatori cresciuti con l’etichetta già cucita addosso, incapace di costruirsi una propria identità nel calcio di alto livello.