Perché il Milan non comprerà attaccanti al posto di Piatek

    Quando il 23 gennaio 2019 il Milan ha annunciato l’acquisto di Krzysztof Piatek, in pochissimi avrebbero probabilmente immaginato che appena un anno dopo l’attaccante polacco avrebbe lasciato la compagine rossonera per ripartire dall’Hertha Berlino.

    Il club meneghino infatti si era assicurato non solo un bomber che fino a quel momento aveva fatto cose straordinarie nella sua prima metà di stagione italiana con il Genoa, tanto da guadagnarsi le attenzioni di tutti i top club europei, ma anche un gioiello al quale affidare la sua maglia numero nove oltre che il ruolo di leader assoluto del reparto offensivo per gli anni a venire.

    Per Piatek le cose al Milan non sono in realtà andate come previsto e se l’inizio di avventura all’ombra del Duomo è stata più che incoraggiante, gli ultimi mesi sono scivolati via tra pochi guizzi, pochissimi goal (appena 5 in 20 partite complessive) e tanta panchina.

    Il Milan da oggi andrà avanti senza colui che nelle intenzioni doveva essere il bomber del futuro e lo farà senza cercare sostituti a gennaio.
     
    Il suo posto in rosa è nei fatti già stato preso dal campione che con il suo arrivo ha oscurato definitivamente, almeno in rossonero, la stella di Piatek: Zlatan Ibrahimovic. Nonostante le 28 primavere, il fuoriclasse svedese ha già ampiamente dimostrato di poter rivestire un ruolo da leader assoluto dentro e fuori dal campo. Ha già trovato la rete in campionato (alla seconda delle quattro presenze contro il Cagliari) e in Coppa Italia (contro il Torino) e soprattutto ha già permesso con la sua capacità di reggere da solo il peso dell’attacco e con la sua personalità di far compiere un deciso balzo in avanti ad una compagine che prima del suo arrivo era in evidente crisi di risultati e non solo.

    Il reparto offensivo del Milan oggi comprende, oltre a Ibrahimovic, anche Rafael Leao, Rebic e Castillejo, tutti elementi che fanno anche della duttilità un punto di forza.

    Pioli è infatti convinto che Leao possa anche agire da prima punta e fungere quindi oltre che da spalla di Ibrahimovic, anche da vice-Ibra, mentre Rebic e Castillejo possono essere schierati sia da esterni che da seconde punte.

    Se a ciò si aggiunge che con il passaggio al 4-4-2 anche Calhanoglu può in alcuni frangenti di gara e a seconda della situazione di risultato che si è venuta a creare, giocare a ridosso della punta centrale, ecco che la convinzione in casa rossonera che l’attacco sia più che coperto diventa legittima.

    I numeri d’altronde non mentono: dal ritorno di Ibra a Milano, Piatek ha visto pochissimo il campo. Alla ripresa del campionato, lo scorso 6 gennaio contro la Sampdoria, il polacco ha totalizzato i suoi ultimi 55’ in Serie A, prima di tre panchine consecutive. A sostituirlo nell’undici titolare è sempre stato Rafael Leao, con Rebic che è sempre entrato in corsa e posizionato da attaccante.

    Di fatto quindi, il Milan sta già dimostrando nelle ultime settimane di poter rinunciare a Piatek e se Ibrahimovic è una certezza, i vari Leao, Castillejo e Rebic sono elementi che stanno mostrando quei progressi che hanno certamente reso meno amara la rinuncia al polacco.