Siamo al termine della stagione calcistica 2004/2005, la Juventus ha vinto lo scudetto con discreto margine sul Milan ma in fondo alla classifica è autentica bagarre, soprattutto per la posizione che decreta l’ultima retrocessione in Serie B.
Fiorentina, Parma e Bologna sono appaiate a 42 punti ed il regolamento prevede che in caso di parità vi sia uno spareggio, con la formula di andata e ritorno. Essendo tre le squadre a pari punti, una deve essere salvata grazie alla classifica avulsa. È la Fiorentina, che così si può gustare da spettatrice esterna il duello tutto emiliano fra Parma e Bologna.
Siamo a Giugno e questo derby dell’Emilia è destinato a passare alla storia per almeno due motivi: sarà infatti l’ultimo spareggio disputato in Serie A e sarà anche l’ultima partita del massimo campionato italiano, ci riferiamo alla gara di ritorno, arbitrata da Pierluigi Collina.
La partita di andata è prevista alla stadio Tardini di Parma il 14 Giugno 2005, con i padroni di casa costretti a schierare tantissimi giovani a causa dei numerosi indisponibili.
La sfida è tesissima e i nervi saltano che è una meraviglia: il Bologna si impone di misura grazie alla rete realizzata da Tare ma a fine partita scoppia una baraonda che vede coinvolti giocatori e panchine.
“È finita con la solita rissa che ha coinvolto le panchine, quattro espulsi (i due allenatori, Amoroso e Bucci) e sei ammoniti perché molti hanno perso la testa nel finale: brutta roba, pessimo spettacolo. I troppi interessi fanno andare fuori di testa anche persone solitamente calme e ragionevoli”.
Con queste parole si apre l’articolo sul derby emiliano pubblicato da “La Repubblica, non esattamente un buon viatico in vista della partita di ritorno. Dipende poi sempre dai punti di vista, si intende. Ah, giusto, dimenticavamo, i due allenatori sono Carletto Mazzone e Pietro Carmignani detto Gedeone.
I felsinei, forti del vantaggio in trasferta e vittoriosi anche in entrambi i precedenti in campionato, sono abbastanza sicuri di riuscire a sfangare la permanenza nella massima serie. Il Parma, dal canto suo, è sospinto da 10.000 tifosi che credono ancora nell’impresa, potendo contare inoltre su molti titolari recuperati, tra cui un giovane attaccante che sta spiccando il volo: Alberto Gilardino.
Arbitra Pierluigi Collina alla sua ultima direzione in serie A, probabilmente l’uomo migliore per una sfida di tale importanza. Il Bologna parte bene ma si capisce subito che il portiere del Parma, Sebastian Frey, è in una di quelle giornate in cui potrebbe parare qualsiasi cosa gli capiti a tiro, cosa che in effetti avverrà.
I gialloblu passano in vantaggio dopo 17 minuti grazie alla rete di Cardone, bravo e fortunato a sfruttare una carambola generatasi dagli sviluppi di un calcio d’angolo. I padroni di casa provano a reagire ma si trovano davanti un’autentica saracinesca che non lascia aperto nemmeno uno spiraglio.
Appena prima che Collina fischi la fine del primo tempo il Parma trova addirittura il raddoppio con il bomber Alberto Gilardino, lestissimo a spedire in rete un pallone recapitato a centro area da Bresciano e lisciato clamorosamente da Legrottaglie.
La ripresa vede un Bologna votato all’attacco le cui offensive però si infrangono inesorabilmente sui guantoni di Frey. Al 64’ Capuano del Bologna prova la giocata ad effetto, tentando di replicare il celebre gol di Maradona passato alla storia come “La mano de Dios”: la palla finisce in fondo al sacco ma arbitro e guardalinee non si fanno turlupinare e giustamente annullano la segnatura.
La partita finisce con la vittoria del Parma, capace di ribaltare la sconfitta dell’andata e di guadagnarsi una soffertissima salvezza. A fine gara, come in occasione del match di andata, succede un po’ di tutto, ma questa volta la gazzarra avviene sugli spalti e non sul terreno di gioco, dove invece vengono riversati gli oggetti più disparati lanciati dai tifosi.
Quello tra Parma e Bologna è stato l’ultimo spareggio andato in scena in serie A e non poter più vivere queste emozioni concentrate, in cui in una partita ci si gioca l’intera stagione, con i nervi a fior di pelle, dobbiamo ammettere che ci manca non poco.