Minuto 73 di Napoli-Lecce. I salentini conducono a sorpresa per 2-1 al San Paolo e i padroni di casa attaccano alla ricerca del pareggio. Che può arrivare dal dischetto, perché Donati sgambetta Milik a pochi passi dalla porta al termine di un’azione piuttosto confusa.
L’arbitro è il cagliaritano Antonio Giua, 31 anni, che a sorpresa ammonisce Milik per simulazione. Sì, il centravanti del Napoli ha effettivamente accentuato, ma il tocco di Donati c’è. Ma quel che sorprende è soprattutto la decisione del direttore di gara di non recarsi a bordo campo per assistere al replay e, eventualmente, modificare la propria decisione.
Giua in effetti parla per diversi secondi tramite il proprio auricolare con Rosario Abisso, arbitro VAR. Ma rimane fermo sulla propria decisione di ammonire Milik e non concedere il rigore al Napoli. Reagendo così alle proteste dei calciatori azzurri, che lo avvicinano per chiedergli spiegazioni:
La gara si conclude poi sul 3-2 a favore del Lecce e il Napoli recrimina per la decisione di Giua, che avrebbe potuto portare i partenopei al momentaneo pareggio. E dopo il 90′ è il direttore sportivo Cristiano Giuntoli, scuro in volto, a presentarsi davanti alle telecamere di ‘Sky Sport’ per commentare la decisione arbitrale.
Una polemica che fa il paio con la delusione per il clamoroso passo indietro del Napoli: dopo tre vittorie di fila tra campionato e Coppa Italia, tra cui quella prestigiosissima contro la Juventus, la formazione di Gattuso è costretta a rinviare nuovamente i sogni di gloria. L’Europa è ancora lontana.