“Vedere Gianfranco Zola giocare era meraviglioso. L’ho amato molto perché giocava sempre col sorriso e con sportività. Mi ricorderò sempre un gol che ci fece. Tirò indietro la gamba per calciare, ma fece una pausa prima di effettuare la conclusione; mentre stava per tirare, Big Pally (Pallister n.d.r.) arrivò in scivolata per fermare il tiro, ma continuò oltre, mentre Zola tirava indietro il pallone, segnando poi a Schmeichel. Che sgridata si prese il povero Pally quel giorno…”
Dirà Alex Ferguson, nella sua autobiografia “La mia vita”.
Quando sua Maestà Gianfranco Zola incantava il Regno Unito, Sir Alex ha più volte espresso la sua totale ammirazione per il piccolo sardo di Oliena. Un giocatore meraviglioso, un talento eccezionale, capace di regalare emozioni a tutti quegli appassionati che ammiravano le sue giocate.
Come in quello storico e dolce ricordo londinese…
12 febbraio 1997, Wembley stadium, Londra.
Si gioca il match Inghilterra – Italia, valido per la terza giornata del girone di qualificazione per il mondiale di Francia.
È il ventesimo minuto quando Billy Costacurta alza la testa e con un lancio trova Gianfranco Zola, da pochi mesi nuovo giocatore del Chelsea, che aggancia splendidamente di sinistro e con il destro trafigge l’inglese Walker.
Lo stadio è ammutolito, l’Italia in vantaggio.
Sarà il gol che varrà la vittoria, finirà 0-1 per gli azzurri.
Ventiquattro anni dopo il gol decisivo di Fabio Capello (era il 14 novembre 1973), per la seconda volta nella storia l’Italia batteva gli inglesi nel loro tempio.
Ed è lì che il meraviglioso pubblico inglese si alzerà tutto in piedi ad applaudire quel piccolo genio sardo, che in pochi mesi aveva già letteralmente conquistato il Regno Unito.
Una standing ovation da brividi che solo i più grandi ricevono.
Persino i giornali inglesi, da sempre famosi per le loro ripetute critiche nei confronti della propria nazionale, il giorno dopo non pensarono più di tanto ad attaccare la propria squadra, ma ad elogiare il talento di Oliena, estasiati dalle giocate del nuovo idolo ‘blues’ e descrivendo la vittoria italiana come quella della “Fantasia al potere“.