Sembrano passati pochi mesi, e invece sono otto. Anni. Primavera 2012, Chelsea e Bayern si affrontano all’Allianz Arena, casa dei bavaresi, per la finale di Champions League. Grande attesa, spasmodica, per vedere i propri beniamini trionfare. E invece niente da fare: Blues sul tetto del mondo. Ora, nuovamente di fronte.
Era dal 2012, da quella finale che mandò in visibilio il Chelsea di Di Matteo per la prima volta, e unica. Il Bayern riuscirà a riscattarsi un anno dopo contro i connazionali del Borussia Dortmund, ma la sfida contro i londinesi non è mai stata dimenticata. Prima Stamford Bridge, tra due settimane nuovamente l’Allianz per la rivincita.
Cosa è cambiato? Cosa è rimasto uguale. Da allora il Chelsea ha vinto in Premier, ma non è mai riuscito a fare la voce grossa in Champions, alla pari di un Bayern dato continuamente tra le favorite in Europa ma che non ha più raggiunto la finale dopo le magiche annate 2012 e 2013. Nemmeno con Guardiola in panchina.
Lampard sollevò al cielo di Monaco di Baviera la Champions come centrocampista imprescindibile del Chelsea, ora sfida il Bayern da allenatore (dopo averlo affrontano anche con la casacca del City, ma questa è un’altra storia). Un particolare sviluppo, mentre dall’altra parte ci saranno alcuni dei vecchi avversari.
Boateng, Muller e Neuer erano in campo a Monaco otto anni fa, segno di come rappresentino in maniera importante il Bayern dell’ultimo decennio. Saranno loro i più assatanati, che nonostante come già accennato il successo l’anno successivo, non hanno mani dimenticato quei penalty sbagliati, Cech, Lampard.
Muller uscì al minuto 87, Boateng avrebbe dovuto calciare dopo. Tra i cinque rigoristi, invece, andò Neuer, che riuscì ad avere la meglio su Cech dagli undici metri, ma non sul palco dell’Allianz. Alcuni degli attuali giocani del Chelsea erano giovanissimi all’epoca, sognavano di essere Lampard ed ora sono allenati da lui.
Lampard invece già guardava avanti, al futuro, alla panchina. Neuer, Muller e Boateng guardano al presente, alla rivincita. E al futuro: la finale di Champions manca da troppo tempo.