Il Benevento sta facendo un campionato a parte in serie B, un po’ quello che sta accadendo in Inghilterra con il Liverpool, e la promozione in serie A al termine della stagione sembra a questo punto una mera formalità.
La squadra allenata da Filippo Inzaghi sin dall’inizio della stagione sta macinando vittorie su vittorie, dimostrando che le previsioni di inizio anno, che vedevano i sanniti tra i favoriti assoluti per la promozione diretta, erano più che mai azzeccate.
Il merito, come sempre in questi casi, è da distribuire più o meno equamente tra società, allenatore e giocatori; proprio di uno di questi ultimi ci vogliamo occupare in questo approfondimento. Scegliere un protagonista tra i calciatori, di questa prima parte trionfale di stagione, non è stato affatto semplice in quanto c’era solo l’imbarazzo della scelta.
Alla fine abbiamo optato per un centrocampista che si sta esprimendo su livelli altissimi, giunto probabilmente alla sua definitiva consacrazione e maturazione, in grado di trascinare la squadra a suon di prestazioni monumentali.
Stiamo parlando di Nicolas Viola, giocatore ormai trentenne e di cui si parla già da anni, a cui sembrava mancare l’ultimo step per fare il definitivo salto di qualità.
Nicolas Viola ha iniziato il suo cammino calcistico nella Reggina prima a livello giovanile, essendo lui nato a Oppido Mamertina in provincia di Reggio Calabria, poi a livello professionistico. In quegli anni, stiamo parlando del 2008, la Reggina è in serie A e Viola inizia ad assaggiare fin da giovanissimo la massima serie. Rimane anche dopo la retrocessione della squadra in serie B, nella stagione 2009-2010, e inizia a trovare sempre più spazio fino a diventare titolare indiscusso nella successiva annata.
Con l’aumentare dei minuti a disposizione crescono anche le prestazioni e al termine della stagione 2011-2012 prova nuovamente l’esperienza nella massima serie, questa volta a Palermo. La stagione dei rosanero però è estremamente travagliata, complici i numerosi cambi di allenatore, e a farne le spese è anche Nicolas Viola, che viene impiegato col contagocce. La squadra retrocede e il centrocampista si accasa alla Ternana, di nuovo in serie B.
Due stagioni a Terni e altrettante a Novara in cui il calciatore alterna sprazzi di classe cristallina a prove opache. Ha i colpi del grande campione ma non la continuità di rendimento, sembra destinato a rimanere in un limbo che ha caratterizzato le carriere di tantissimi talenti prima di lui.
Nel 2017 arriva il Benevento che a Gennaio se ne assicura le prestazioni e al termine della stagione viene promosso in A attraverso i playoff.
Viola ha una nuova occasione per mettersi in mostra ma il primo approccio delle Streghe con la serie A non è affatto dei più semplici. La svolta, dal punto di vista personale per il centrocampista, arriva con il cambio di allenatore quando sulla panchina campana si siede De Zerbi. L’attuale tecnico del Sassuolo gli restituisce quella fiducia nei propri mezzi che stava progressivamente perdendo e lo mette al centro del progetto. Un’idea di calcio, quella di De Zerbi, basata sul possesso palla e su un’attitudine allo sviluppo offensivo della manovra, che ben si adatta alle caratteristiche del calciatore, più a proprio agio in fase di costruzione che non in quella di interdizione.
Il Benevento non riesce nell’impresa di conquistare la salvezza ma qualcosa nella testa di Nicolas Viola sembra essere cambiato. I piedi sono sempre quelli, di primissimo livello, ma c’è una consapevolezza nuova, quella di poter fare la differenza in ogni partita.
La stagione passata si conclude con i sanniti che non riescono a centrare la promozione ma Viola viene convinto a restare. In panchina a Bucchi subentra Filippo Inzaghi che decide fin da subito, un po’ come era successo con De Zerbi, di metterlo al centro del progetto tecnico.
La squadra, come detto, inizia subito ad ingranare e vola sospinta dalle sue giocate: mancino naturale, geometrie da regista e classe da numero 10 puro. Cresciuto ammirando ai tempi di Reggio Calabria le punizioni di Cozza e Nakamura, si dimostra un cecchino implacabile su calcio piazzato.
Arrivati ad inizio Marzo ha già superato abbondantemente il suo record di gol e grazie agli assist ha mandato più volte in porta i compagni di squadra.
Contro il Trapani è arrivata anche la prima tripletta in carriera, gol da centrocampo incluso. Altra cosa da non sottovalutare, che ha permesso ad Inzaghi di cambiare più volte modulo nel corso della stagione e della partita stessa, è la grande duttilità tattica del calciatore. Viola può agire indifferentemente da registra arretrato, da centrocampista centrale classico, da mezzala e da trequartista, grazie anche ad un’innata abilità nel cercarsi autonomamente lo spazio giusto per fare male alla difesa. L’unica cosa importante è far passare quante più volte possibile il pallone dai suoi piedi. Il resto, potete starne certi, verrà da sé perché di giocatori in grado di trattare la palla con quella qualità ce ne sono pochissimi.
Ad oggi, dovessimo indicare il miglior interprete del ruolo per quanto riguarda la serie cadetta, la nostra scelta ricadrebbe senza grossi dubbi su Nicolas Viola, a dimostrazione del fatto che certi giocatori vale sempre la pena aspettarli, anche quando sembra sia troppo tardi.