Lontani? Lontantissimi. Anni luce distanti. Otto goal in una stagione di Champions League: numeri non assurdi, ma decisamente importanti, non comuni a tanti. Diego Costa arrivava ad un tale quantitavo, massiccio, di reti in Europa tra l’autunno 2013 e la primavera del 2014, guadagnadosi le prime pagine, i trionfi, i milioni, gli ammiccamenti. Ora vuole guadagnarsi solo una cosa: il riscatto.
Sono passate diverse stagioni da quando Diego Costa era l’uomo più letale dell’Atletico Madrid, tra gli attaccanti più forti del continente. Sotto i ponti sono passati gli anni londinesi, prima del ritorno al Calderon e al trasloco al Wanda Metropolitano. Titolare in Champions, contro il Liverpool. Per la rinascita.
L’ultimo goal di Diego Costa in Champions League risale oramai all’estate 2018, alla prima gara della fase a gironi contro il Monaco. Da lì sei gare saltate per infortunio e otto disputare regolarmente. Risultato, zero goal, sulla stessa riga di anni miagolanti e non ruggenti anche in Liga, in cui ha timbrato quattro volte nelle ultime venticinque gare.
Diego Costa è tutto o niente, ma a livello di goal europei non è mai stato un Lewandowski, un Messi, un Ronaldo. Nè un Griezmann. Lo score totale è di 17 goal in 51 apparizioni tra Europa League e Champions. Una prima punta sì, ma non un cecchino infallibile fuori dai cari confini, spagnoli, inglesi, portoghesi.
E dire che Diego Costa è stato un grande bomber, lo dicono i numeri: dal 2011 ha raggiunto la doppia cifra in sei stagioni consecutive, prima di accasciarsi causa infortuni, indietreggiare per scelte tecniche, autopunirsi per comportamenti spesso fuori ogni logica.
Il Liverpool, si diceva. Avversaria nel ritorno degli ottavi di Champions League, per ricordarsi che due goal riuscì a segnarli anche contro i Reds, seppur nell’insieme della sicurezza inglese, tra mura amiche. Fuori, davanti all’ignoto, ha sempre faticato, con eccezione di quel già citato 2013/2014.
La rinascita dopo anni di oblio, ad ogni livello, può passare da Anfield. Quale modo migliore per tornare ad ergersi a big del calcio se non davanti ai Campioni d’Europa? Il mondo che l’ha dimenticato, osserva