Se siete cresciuti a pane e calcio anni ’90 non potete non esservi imbattuti in questo personaggio quasi mitologico, dal look istrionico e bizzarro, riconoscibile anche a chilometri di distanza.
Stiamo parlando di Abel Xavier, difensore/centrocampista (il ruolo, come capirete, non è così fondamentale) ricordato in Italia per le sue capigliature improbabili più che per le due fugaci apparizioni, a distanza di 9 anni l’una dall’altra, con le maglie di Bari prima e Roma successivamente.
Ripercorriamo brevemente le tappe della sua esistenza prima dell’approdo in Italia, avvenuto senza lasciare traccia alcuna. Abel Xavier nasce in Mozambico nel 1972 ma la sua carriera calcistica da professionista inizia nel 1990 in Portogallo nell’Estrela Amadora, squadra con cui disputa la sua prima stagione nel massimo campionato portoghese prima di essere retrocesso. Nelle tre stagioni complessive col suo primo club mette insieme un ottimo numero di presenze e anche qualche gol, che gli valgono la chiamata del Benfica.
È proprio nel Benfica che Abel Xavier finisce sul radar degli scout italiani, in particolare di quelli del Parma che lo notano in occasione di una sfida di Coppa Uefa tra i due club. L’accordo tra società sembra raggiunto ma alla fine, come spesso accade con le trattative di mercato, salta tutto. In Italia però Abel Xavier ci arriva comunque, seppur in una società all’epoca un po’ meno ambiziosa come il Bari. Siamo nel 1995 e per il calciatore sembra spalancarsi un enorme portone d’accesso nel calcio che conta.
La stagione dei galletti biancorossi tuttavia è molto turbolenta, la squadra sarebbe anche più che discreta ma alla fine passerà alla storia come quella della retrocessione con Protti capocannoniere.
Abel Xavier come se la cava? Male, anzi malissimo. Otto presenze totali e un contributo alla causa pressoché nullo, per non dire deleterio.
Per fortuna del Bari il calciatore è arrivato in prestito e a fine anno, così come è venuto, prepara i bagagli e lascia la città in direzione Spagna.
Come detto all’inizio il suo non è un addio al nostro paese, che avrà modo di riabbracciare ben 9 anni più tardi quando la Roma deciderà di aggregarlo alla rosa.
Nel mezzo però, in questi 9 anni, succedono tante altre cose che ci danno l’idea di che razza di personaggio strambo e per certi versi inspiegabile sia Abel Xavier.
Dopo l’avventura spagnola passa al PSV, in Olanda, e subito dopo in Inghilterra, prima con la maglia dell’Everton e dopo con quella dei rivali cittadini del Liverpool.
In tutto ciò il calciatore fa parte anche della rosa della nazionale portoghese e nel 2000 prende parte agli Europei, dove combina uno dei disastri più grossi della sua carriera. Il Portogallo è protagonista assoluto di quella rassegna, arriva fino in semifinale dove trova la Francia e riesce a costringere la squadra di Zidane ai supplementari, dove purtroppo per i lusitani entra in scena il nostro eroe.
Abel Xavier ha la brillante idea di fermare un tiro scoccato verso la porta con la mano, il guardalinee lo vede e riferisce al direttore di gara, il quale concede il rigore. A questo punto Abel Xavier perde la testa, così come alcuni suoi compagni, si dirige verso l’arbitro con fare minaccioso arrivando anche a strattonarlo. Alla fine per lui saranno 9 mesi di squalifica da scontare nelle competizioni europee.
Negli Europei del 2000 c’è la regola del Golden Gol, quindi oltre al danno la beffa. Zidane non sbaglia dal dischetto e la partita si conclude con l’eliminazione del Portogallo ed il passaggio in finale della Francia, che poi vincerà la rassegna proprio contro l’Italia.
La sua carriera di club, nel frattempo, lo vede girare l’Europa in lungo e in largo. Lo abbiamo lasciato in Inghilterra in maglia Reds, dove il suo nome balza alle cronache per un fatto che di calcistico ha ben poco, quando viene trovato positivo, primo caso in assoluto nel massimo campionato inglese, ad una sostanza dopante il che gli vale una squalifica di svariati mesi.
Passa al Galatasaray, in Turchia, e successivamente all’Hannover prima di approdare, finalmente, a Roma. I giallorossi gli fanno un contratto a gettone, non del tutto convinti del suo stato di forma e soprattutto delle sue motivazioni. Non si sbagliano perché il giocatore fa addirittura peggio che a Bari, il che non è un’impresa per nulla scontata. Tre presenze totali, tre presenze di troppo.
Conclude la carriera in America nel 2007 nei Los Angeles Galaxy, prima che il trasferimento nella MLS diventasse mainstream. Attualmente Abel Xavier è l’allenatore del Mozambico dal 2016, ma nella nostra testa il suo nome sarà sempre collegato a quei capelli biondo platino portati nelle maniere più bizzarre possibili.