Compie oggi 44 anni uno dei talenti più iconici del calcio italiano di fine anni ’90 e inizio 2000: Alvaro Recoba ha fatto sognare i tifosi di Inter e Venezia con lampi di classe e giocate incredibili. Un genio spesso indisciplinato, capace però di far innamorare qualsiasi platea.
Dopo il primo impatto con il calcio italiano in nerazzurro, l’attaccante uruguaiano sbarca in prestito nella laguna durante il mercato invernale nel gennaio del ’99: saranno sei mesi che i tifosi veneziani non scorderanno più.
Arriveranno 11 goal, ma soprattutto tanti assist per i compagni e giocate incentevoli. Il compagno di reparto Filippo Maniero (12 reti in cinque mesi accanto al ‘Chino’) lo ricorda ai microfoni di ‘Sky Sport’: “La piazza impazzì totalmente, noi eravamo elettrizzati… pur non lo avessimo ancora visto giocare dal vivo!”.
Dribbling, accelerazioni e un sinistro che cantava: Recoba fece volare il Venezia con una salvezza raggiunta addirittura con due giornate di anticipo e una qualificazione in Europa sfiorata. Un talento accompagnato però da una disciplina non sempre impeccabile:
Nella città delle gondole e degli innamorati Recoba si sposava alla perfezione: un genio e sregolatezza decisivo nella strepitosa rimonta della squadra di Novellino, il colpo perfetto fiutato dall’allora ds Marotta.
La prima rete arriva al Penzo nella vittoria contro la Roma di Zeman, la consacrazione nella tripletta alla Fiorentina: arriverà poi la strepitosa discesa solitaria contro la Juventus e la soddisfazione della vittoria contro la ‘sua’ Inter.
La specialità della casa? I calci di punizione: quando il ‘Chino’ posizionava la palla il pubblico si accendeva, perchè quasi mai il ragazzo di Montevideo mancava l’obiettivo. E dire che in allenamento neanche le provava, come confermato dallo stesso Maniero:
Un personaggio unico nel bene e nel male: un giocatore capace di lasciare il segno nella nostra Serie A. Il Chino Recoba di Venezia: un genio ‘maledetto’.