La Serie B, come buona parte dei campionati a livello europeo e mondiale, è ferma a causa dell’emergenza Coronavirus e parlare di calcio giocato, in queste condizioni, è tutt’altro che semplice.
Noi però ci proviamo, come di consueto, guidandovi alla scoperta di alcuni dei maggiori talenti che si stanno imponendo nella serie cadetta e oggi vogliamo parlarvi di Giacomo Calò, il faro della Juve Stabia.
Le Vespe di Castellammare sono approdate in serie B quest’anno, dopo la promozione ottenuta nella passata stagione sempre sotto la guida tecnica di Fabio Caserta.
Dopo un avvio piuttosto incerto, dovuto al comprensibile adattamento di categoria, la Juve Stabia ha iniziato ad ingranare, sfornando anche ottime prestazioni.
Nel momento in cui stiamo scrivendo, con il campionato sospeso, la squadra si trova in tredicesima posizione, distante 4 lunghezze dalla zona playout.
I giocatori che stanno disputando una buonissima stagione sono diversi ma se dovessimo indicarne uno su tutti il suo nome non potrebbe che essere Giacomo Calò, vero e proprio trascinatore delle Vespe, che si è preso il palcoscenico a suon di prestazioni convincenti.
Calò è un centrocampista nato a Trieste, 23 anni di età, il cui nome è già tenuto in grandissima considerazione dagli addetti ai lavori dei principali club di serie A, tanto è vero che il suo cartellino appartiene al Genoa, che se lo è assicurato la scorsa estate.
Non ritenendo però il giocatore ancora pronto per la categoria il Genoa ha deciso di lasciarlo in prestito alla Juve Stabia, andando incontro anche alla volontà del calciatore che a Castellammare aveva già disputato le due annate precedenti in Serie C.
Fabio Caserta ne ha fatto il punto di riferimento della squadra, cucendogli addosso un ruolo di mediano arretrato che si adatta perfettamente alle sue caratteristiche. Giacomo Calò è un abilissimo catalizzatore di palloni, riesce sempre a ritagliarsi lo spazio giusto per ricevere la sfera e tutte le manovre offensive della Juve Stabia transitano dai suoi piedi.
Ma il suo vero punto di forza sono i calci piazzati, come ben sanno tifosi e spettatori che popolano abitualmente il Romeo Menti, in attesa di una pennellata vincente; il destro di Calò da palla inattiva è una delle armi, nemmeno troppo segrete, delle Vespe e nel corso degli anni il centrocampista ha segnato da calcio piazzato praticamente in ogni modo. Anche da calcio d’angolo: era il 2018 quando un suo gol direttamente dalla bandierina del corner, contro il Rende, è stato votato come il migliore della stagione.
Anche i suoi assist, spesso e volentieri, derivano direttamente dalle traiettorie millimetriche e insidiose disegnate da calcio piazzato. A proposito di assist, quest’anno è già a quota 12, nettamente il migliore in questa speciale graduatoria.
Nonostante la relativa giovane età, Giacomo Calò ha dimostrato di essere pronto a prendere per mano la squadra e guidarla da veterano, con pochissime battute a vuoto. Non può essere un caso, d’altra parte, che l’allenatore non rinunci mai alla sua presenza in campo.
Da piccolo per sua stessa ammissione, voleva fare il portiere, poi il padre lo ha convinto a cambiare ruolo. Ha cominciato da attaccante per poi arretrare sempre di più la propria posizione, fino a quella attuale di regista arretrato. I suoi idoli? Dei veri e propri mostri sacri del ruolo, come Pirlo, Xavi e Iniesta.
Studiare dai migliori ha certamente fatto bene a Giacomo Calò, che si è già guadagnato con pieno merito la possibilità di dimostrare tutto il proprio valore nella massima categoria.