Dorothea Wierer, un proiettile infallibile

    Dorothea Wierer, un proiettile infallibile

    Vincere una gara è difficile, battere ogni singolo avversario in qualsiasi sport è un’impresa titanica, soprattutto in una disciplina come il biathlon dove alle fatiche dello sci di fondo bisogna saper gestire lo sforzo per affrontare le difficoltà del poligono. Conquistare la Coppa del Mondo generale è ancor più memorabile perché all’interno di una singola stagione si deve mantenere un rendimento costantemente alto, a discapito degli infortuni e di una forma fisica inevitabilmente altalenante. Ciò che ha fatto Dorothea Wierer nel 2018/19 è stato incredibile, sopravanzando nella generale la compagna di squadra Lisa Vittozzi e mostri sacri come Anastasiya Kuzmina, Kaisa Mäkäräinen o ancora Laura Dahlmeier.

    Dorothea Wierer, un proiettile infallibile

    Ma per essere un fuoriclasse la vera chiave sta nel confermarsi ai vertici. Nel 2019/20 la biatleta classe ’90 di Brunico si è ripetuta, alzando la Sfera di cristallo per la seconda stagione consecutiva. In questo sport sono state tre le atlete a riuscire a confermarsi sul tetto del Mondo prima della nostra portacolori, veri e propri simboli del biathlon (Eva Korpela, Anfisa Reztsova e Magdalena Forsberg). Guardando invece all’Italia, Dorothea Wierer è stata la prima italiana degli sport invernali a vincere due Coppe del Mondo generali consecutive. Il sigillo per il secondo Globo generale è arrivato durante un quarto poligono dell’inseguimento a Kontiolahti in Finlandia al cardiopalma, ma è stata la continuità in stagione che ha portato Dorothea in trionfo. Con quattro vittorie, e sette podi in totale, la stagione è stata magica sin dalla prima sprint di Östersund chiusa sul gradino più alto. In aggiunta alla Sfera che conta di più, è arrivata quella della partenza in linea, mentre si è classificata seconda in tutte le altre tre specialità individuali della disciplina (ad oggi l’unico Globo di specialità che manca alla sua bacheca è quello della Sprint). Ma la vera opera d’arte è arrivata ai Mondiali disputati a casa sua ad Anterselva con due vittorie ed un secondo posto che le hanno anche consentito l’allungo in classifica generale di Coppa del Mondo.

    Dorothea Wierer è il prototipo perfetto del biatleta moderno, laddove fino a qualche anno fa si alternavano ottimi fondisti con forti lacune al tiro e tiratori con altissime percentuali ma molto lenti sugli sci. I due vincitori della Coppa del Mondo in questa stagione – Wierer appunto e Johannes Thingnes Bø al maschile – sono fra i migliori tiratori (Doro ha chiuso la stagione con l’84% al poligono) e fra i più veloci in pista: in poche parole, sono proiettili infallibili. Alla soglia dei 30 anni, Dorothea ha lasciato intendere che non è sicura di voler continuare con il biathlon anche se il sogno di tutti è vederla continuare infrangere record. E poi resta l’ultimo obiettivo, l’ultimo traguardo, l’ultimo bersaglio da colpire nel 2022 a Pechino: l’oro Olimpico, che nessun atlelta italiano – sia al maschile che al femminile – ha mai ottenuto nella storia di questo sport.