«Sandro è stato uno dei più grandi. Già quando giocavamo contro da bambini si notava quanto era forte» .
Sono le parole di Francesco Totti, uno che con lui ha battagliato sin da ragazzino nell’Hinterland capitolino tra Lodigiani, Roma e Lazio.
Questa è la storia di un giocatore che, per classe, umiltà, eleganza, non puoi non amare, al di là della propria fede.
Alessandro Nesta cresce tra i palazzi di Cinecittà Est, taciturno e riservato, bambino educato e dannatamente forte con il pallone. Ma non dal lato puramente tecnico, dove comunque ha ottime basi. Lo è nel posizionarsi in campo, nell’anticipo, nella destrezza dei movimenti, nel dirigere i propri compagni con dei semplici gesti, nella maturità mostrata: uno di poche parole, ma tanta sostanza.
A 17 anni fa l’esordio in A nella sua Lazio.
A 21 anni è già capitano.
A 25 è il difensore più pagato al Mondo.
Diciassette lunghi anni passati, tra giovanili e prima squadra, con il club per cui ha sempre fatto il tifo tutta la sua famiglia, la Lazio.
In biancoceleste vincerà un campionato da capitano con mister Sven Goran Eriksson, segnerà un gol in finale di Coppa Italia, solleverà una Supercoppa Europea in faccia al memorabile Manchester United di Ferguson, Beckham, I Calypso Boys e chi più ne ha più ne metta, conquistandosi di diritto, un posto sul podio dei migliori giocatori di sempre della società capitolina.
Ma la Lazio, visti i problemi economici che la affliggevano, lo metterà sul mercato, come altri pezzi pregiati della rosa.
Lui non sarebbe mai voluto andare via da casa sua, da capitano e idolo di un popolo intero.
“Non me ne sarei mai andato se non fossi stato costretto”.
Dirà a posteriori. La società capitolina era ormai diventata un vero e proprio supermarket e Nesta non poté fare altrimenti che accettare il miglior offerente sulla piazza.
A quel punto tutti lo vogliono, ma a spuntarla è l’ambizioso Milan di Silvio Berlusconi e di mister Carlo Ancelotti, voglioso di tornare ai fasti di un tempo, soprattutto in campo europeo. “Imposi alla società una sola cosa quell’anno: un difensore centrale di alto livello come Nesta. Volevo solo lui. O lui o nessun altro” dirà il tecnico emiliano. Così fu.
Da calciatore romano più vincente di sempre passerà così all’ombra della Madonnina, sponda rossonera, nell’estate del 2002 per ben 31 milioni di euro. Il lungo corteggiamento durò però un’estate intera: il Milan doveva passare il preliminare di Champions League per poter avere liquidità e affondare il colpo.
Ma c’era un problema non di poco conto: Nesta lo voleva il mondo intero.
La Lazio oppose resistenza inizialmente ai vari affondi di Inter, Juventus e Real Madrid, non ritenendo le loro offerte soddisfacenti e aprendo ufficialmente così una vera e propria asta.
Ma quando tutti i maggiori club si stavano preparando all’affondo finale, ecco che Adriano Galliani ha il via libera della proprietà grazie all’approdo alla fase a gironi di Champions League. Così piazza l’affondo decisivo e offre tutti i soldi richiesti dal club capitolino.
È il 31 agosto 2002. Lo stesso giorno del passaggio di Ronaldo il Fenomeno al Real Madrid, di Hernan Crespo all’Inter.
Nesta passò al Milan proprio quel giorno, l’ultimo disponibile. Fu il terzo acquisto più caro di sempre in casa rossonera dopo quelli di Manuel Rui Costa e Filippo Inzaghi. E mai scelta fu più azzeccata professionalmente.
In rossonero vincerà due Champions League (2003 e 2007), due scudetti, una coppa Italia, una super coppa italiana, due supercoppe Europee e un Mondiale per Club. Il suo acquisto sarà uno degli affari del secolo per il Diavolo, Nesta in quel Milan, con quel Milan, scriverà la storia.
Non solo vincerà tutto, ma formerà con Maldini una delle difese più forti di tutti i tempi.
Con la nazionale poi, seppur con poca fortuna per via degli innumerevoli infortuni, vincerà un Mondiale e un “argento” europeo. Totalizzerà in totale 78 presenze, prendendo parte a tre campionati europei (1996, 2000, 2004) e a tre campionati del mondo ( 1998, 2002, 2006).
Nesta è indubbiamente uno dei migliori difensori della storia.
La convinzione è che per molti anni rimarrà il difensore col quale verranno paragonati i nuovi talenti, la frase “assomiglia a Nesta” la sentiremo ancora per molto tempo.
Ma la domanda che si pongono un po’ tutti è:
Ci sarà mai qualcuno in grado di essere realmente come lui?