La notizia è di ieri, lo sconforto abbraccia anche la giornata di oggi: Zlatan Ibrahimovic ha rimediato un infortunio al polpaccio che tra qualche ora verrà approfondito con gli appositi esami, utili per capire qual è la reale entità di un problema che si preannuncia comunque serio.
La sensazione è che, nel migliore dei casi, lo svedese possa ritornare in campo soltanto per le ultime gare della stagione e non prima: uno scenario che obbligherebbe Pioli a fare di necessità virtù in attacco, puntando forte su Ante Rebic e Rafael Leão.
Entrambi finora sono stati oscurati dalla stella di Ibrahimovic: in particolare il giovane portoghese che, se escludiamo l’acuto contro il Cagliari di inizio gennaio, nel 2020 non ha mai segnato ed anzi è spesso e volentieri partito dalla panchina.
Discorso diverso per il croato, rimasto a secco nella prima parte di stagione e divenuto un fulmine di guerra a partire dal 19 gennaio: 6 le reti nelle ultime 7 partite di campionato in cui si è disimpegnato come seconda punta o esterno offensivo a sinistra nel 4-2-3-1.
Ora, senza Zlatan a disposizione, toccherà a loro due guidare il reparto avanzato come è già accaduto lo scorso 2 febbraio in Milan-Verona, terminata 1-1: stavolta modulo diverso (4-4-2) e goal che però è stato realizzato da Calhanoglu, con Rebic e Leão in campo per tutti i 90 minuti senza riuscire a lasciare il segno.
Intesa che dovrà gioco forza migliorare per il bene del Milan e dei suoi tifosi, stanchi di vivacchiare in una posizione anonima della classifica: la rinascita passa anche e soprattutto dalla loro alchimia che non potrà essere incentivata dalla presenza di un campione come Ibrahimovic, uno che ha il potere di migliorare chi gli agisce affianco.