Dal 12 febbraio al 13 giugno, ovvero quattro mesi nei quali è letteralmente cambiato il mondo. Napoli ed Inter tornano ad affrontarsi in Coppa Italia e soprattutto tornano in campo mettendosi alle spalle una situazione che, dopo il triplice fischio finale della prima sfida di San Siro , in pochi avrebbero anche solo potuto immaginare.
Da allora il mondo del calcio (e non solo) ha vissuto quella che è probabilmente la fase più complicata della sua storia recente, una fase che ha portato ad adottare dei provvedimenti temporanei che potrebbero anche dare un senso diverso alla sfida in programma alle 21:00 al San Paolo .
A causa delle misure prese per limitare il più possibile i rischi di contagio da Coronavirus, la sfida si giocherà a porte chiuse, saranno permessi cinque cambi per squadra e, in caso di situazione di parità al termine dei 90’, si passerà direttamente ai calci di rigore evitando le fatiche (assolutamente da evitare con un calendario compresso come quello che il lungo stop ha imposto) dei tempi supplementari .
Ciò che non è cambiato è l’obiettivo delle due squadre. Napoli ed Inter si sfideranno per ottenere il pass che varrebbe quell’approdo alla finale di Coppa Italia che la Juventus si è già guadagnato eliminando venerdì sera il Milan .
NAPOLI-INTER ALL’ANDATA
Il cammino che conduce alla sfida che il 17 giugno assegnerà a Roma il trofeo è certamente più in salita per l’ Inter . Al San Paolo infatti, gli uomini di Antonio Conte saranno chiamati a ribaltare la sconfitta per 1-0 patita nel match d’andata .
Fu quella una partita che non regalò particolari emozioni e che fu abbastanza bloccata dal punto di vista tattico. L’Inter scese in campo con un 3-5-2 che prevedeva Padelli tra i pali (l’estremo difensore nerazzurro fu ottimo protagonista sul finale del primo tempo), Sensi e Biraghi dal 1’ a centrocampo e in avanti ovviamente la coppia composta da Lautaro Martinez e Lukaku, con Eriksen e Sanchez che avrebbero poi fatto il loro ingresso in campo nella ripresa.
Il Napoli si schierò invece con il consueto 4-3-3 nel quale la novità più importante venne rappresentata dalla presenza di Elmas in un tridente d’attacco completato da Callejon (poi sostituito da Politano al 78’) e Mertens (sostituito da Milik al 73’).
Dopo il vantaggio, il Napoli riuscì a difendersi con ordine dagli attacchi nerazzurri e l’azione più pericolosa venne disinnescata da Ospina nelle battute finali quando uscì tempestivamente per contrastare D’Ambrosio.
Una partita quindi fondamentalmente equilibrata, priva di grandissime emozioni, che i partenopei riuscirono a far loro capitalizzando al massimo la rete realizzata da Fabian Ruiz al 57’.
0-1 FIRMATO FABIAN RUIZ
A decidere la sfida dell’andata fu un’autentica magia. A pochi secondo dallo scoccare del 57’, Fabian Ruiz, prima chiede ed ottiene l’uno-due con Di Lorenzo, poi all’altezza del limite dell’area di rigore resiste al tentativo di intervento di Sensi, manda fuori tempo Brozovic e con un sinistro a giro da posizione centrale mette il pallone lì dove Padelli non sarebbe potuto arrivare.
Una prodezza balistica nel vero senso della parola, che vale uno 0-1 che adesso, a mesi di distanza, potrebbe valere platino.