Era dal 1990 che la Premier League non tonava nel Merseyside. Non ci erano riusciti Benitez e Gerrard, Suarez e Coutinho, Sterling e Rodgers, Xabi Alonso e Mascherano. Ci sono riusciti Klopp e Salah, van Dijk e Firmino, Mané ed Henderson. Finalmente, dopo 30 lunghi anni, il Liverpool può gioire: è campione d’Inghilterra.
Il 4-0 al Crystal Palace aveva socchiuso le porte della gloria; il ko per 2-1 del Manchester City sul campo del Chelsea le ha definitivamente spalancate. 86 punti i Reds, 63 i Citizens. Tradotto, se la matematica non è un’opinione: a 7 giornate dalla conclusione della Premier League, e con 21 punti ancora a disposizione, sono 23 le lunghezze di distacco tra la prima e la seconda. Un divario ormai incolmabile.
Per il Liverpool si tratta del primo successo da quando la vecchia First Division è diventata la Premier League (1992/93). Un tabù che durava da tre lunghi decenni. In mezzo, tante coppe, tra cui due Champions League, tanti campioni, ma mai il campionato. Almeno fino a questa sera, grazie al Chelsea, proprio com’era accaduto 4 anni fa al meraviglioso Leicester di Claudio Ranieri.
Che il Liverpool fosse la più forte di tutte, del resto, lo si era capito sin dall’inizio. 8 vittorie nelle prime 8 giornate, addirittura 26 nelle prime 27: un rendimento mostruoso. Subito staccati tutti gli avversari, tra cui la sorpresa Leicester e lo stesso Manchester City, superato per 3-1 ad Anfield nello scontro diretto del 10 novembre, nonostante le furenti proteste finali di Pep Guardiola per un paio di calci di rigore negati.
Un distacco abissale che, accoppiato alla sensazione d’imbattibilità dei campioni d’Europa 2019, cambiava completamente la prospettiva delle cose. Tanto che la vera domanda in Inghilterra diventava una sola: quando sarà matematico il trionfo del Liverpool?
Una conquista, scontata e meritata, messa in discussione appena da un evento esterno, seppur di portata gigantesca: l’emergenza COVID-19, diventata ben presto pandemia, talmente seria da stoppare il calcio in tutta Europa. In Ligue 1 hanno assegnato il titolo di campione, in Eredivisie no. In Inghilterra, per fortuna del Liverpool, non hanno nemmeno dovuto pensarci: sono ripartiti per concludere regolarmente una stagione a senso unico, almeno ai piani altissimi.
Titolo numero 19 per il Liverpool, ma nessuno, com’è detto, era stato conquistato nell’epoca moderna: quella dei soldi, del lusso, del bagliore delle più grandi stelle europee e mondiali, dei terreni di gioco perfetti. L’epoca della Premier League. Contava il giusto, eppure era diventato un vero tabù. Finalmente spezzato da Salah, Mané, Firmino e tutti gli altri della banda rock di Klopp. Il cielo, da stasera, è rosso sopra l’Inghilterra.