All’inizio del nuovo millennio il calcio italiano era decisamente sulla cresta dell’onda e anche squadre che oggi con consideriamo vere e proprie big, come ad esempio il Parma, avevano concrete possibilità di giocarsi un piazzamento in zona Champions League se non addirittura lo scudetto, almeno sulla carta. Era il periodo delle “Sette sorelle”, così come erano state ribattezzate le squadre con legittime ambizioni di vertice.
D’altra parte le cifre sborsate da questi club sul mercato per assicurarsi i migliori calciatori non erano certo improntate al risparmio, con le conseguenze catastrofiche che si sarebbero viste solo negli anni a venire.
Abbiamo citato il Parma non a caso perché, nell’estate del 2000, gli emiliani guidati in panchina da Alberto Malesani sono alla ricerca di una punta per sostituire Hernan Crespo, appena ceduto alla Lazio. Il patron Tanzi non bada a spese e porta nella città ducale un attaccante che ha appena fatto faville nell’Europeo, dove si è laureato capocannoniere della competizione con la casacca della sua Yugoslavia.
Il suo nome è Savo Milošević, è un attaccante nato in Serbia ed il suo nome è già sulla bocca di molti addetti ai lavori già da qualche anno. Si è messo in luce prima in patria, nel Partizan Belgrado, con cui ha vinto due campionati e altrettanti titoli di miglior marcatore, e successivamente in Inghilterra e Spagna.
In realtà la parentesi in Premier League di Savo Milošević, durata dal ’95 al ’98, è caratterizzata da luci e ombre. Il primo anno è molto positivo mentre nelle successive due stagioni il suo apporto, soprattutto in zona gol, è decisamente meno costante e spesso giudicato insuffieciente.
Nel ’96, in ogni caso, riesce a contribuire in modo decisivo alla conquista della Coppa di Lega, segnando un gol nella finale contro il Leeds.
Al termine della sua esperienza inglese passa al Real Saragoza, dove si esprime su ottimi livelli, confermati anche nell’exploit con la Nazionale nel già ricordato Europeo di Belgio e Olanda.
Il Parma lo preleva dal Real Saragoza nel mercato estivo dell’estate del 2000 versando nelle casse del club iberico ben 55 miliardi di lire e, cosa ancor più sorprendente, facendo firmare al giocatore un contratto di 7 anni a 6,5 miliardi a stagione. Le cifre enormi sborsate dal club e il fatto che sia chiamato a non far rimpiangere un bomber del calibro del “Valdanito”Crespo sono elementi che fanno sì che la pressione e le aspettative nei suoi confronti siano altissime.
Il fisico possente del serbo, 186 centimentri per 82 chili di peso, oltre al fatto che il calciatore si è fatto apprezzare sia che come goleador che per le buone proprietà tecniche, sono fattori che alimentano paragoni piuttosto scomodi. Viene tirato in ballo il solito Christian Vieri mentre addirittura qualcuno, soprattutto in patria, lo ha già ribattezzato il “Van Basten di Serbia”, tanto per rimanere con i piedi per terra.
Dal canto suo Savo Milošević quando arriva a Parma non sembra spaventato dai paragoni illustri e dal dover dimostrare di valere la cifra investita.
“Il confronto non lo temo, anzi le sfide mi piacciono, m spronano. Sono venuto per fare tanti gol, credo che almeno 20 sono alla mia portata. Voglio vincere la classifica cannonieri.” – S. Milošević
La stagione nel frattempo inizia e Malesani dimostra di avere fiducia nelle qualità del bomber serbo, il quale lotta, sgomita, corre ma fa pochi gol. In 21 partite di campionato realizza 7 reti mentre in 5 partite in Europa trova la porta in due occasioni. Non uno score disprezzabile in senso assoluto, sia chiaro, ma da uno costato quelle cifre e con quel contratto ci si aspetterebbe ben altro rendimento.
La stagione successiva comincia sotto pessimi auspici già dal ritiro quando il calciatore rientrando a casa si trova a fronteggiare in giardino quattro malviventi che vogliono intrufolarsi nell’abitazione.
Ne stende uno con un calcio in faccia ma appena si accorge che uno dei quattro ladri è armato di pistola è costretto ad arrendersi e a farli entrare nell’abitazione. Un episodio di contorno che certamente non agevola il morale del calciatore, atteso ad un pronto riscatto dopo l’annata in chiaroscuro.
Sul terreno di gioco, però, non va meglio della stagione precedente: Savo Milošević segna una sola rete nell’avvio di stagione e a Gennaio è prontamente rispedito al Real Saragoza, questa volta in prestito. In Spagna gira altre tre squadre, Espanyol, Celta Vigo e Osasuna, con la squadra basca che finalmente lo acquista a titolo definitivo. In Spagna torna ad esprimersi su livelli normali per un attaccante, pur senza fare faville.
L’ultima stagione da professionista è quella vissuta con il Rubin Kazan in Russia, squadra con cui vince il campionato, il primo conquistato nella storia del club, prima di ritirarsi dal calcio giocato ed intraprendere la carriera da dirigente e da allenatore.
Attualmente ricopre il ruolo di tecnico del Partizan Belgrado e ha già fatto parlare di sé anche in questa sua nuova veste. In occasione del match disputato a fine agosto 2020 contro il Vojvodina l’ex attaccante del Parma è stato espulso dopo aver perso la testa nei confronti del direttore di gara dopo aver scagliato una bottiglietta in campo e aver preso a calci un microfono a bordo campo.
Vedremo cos’altro ci riserverà la sua esperienza in panchina negli anni a venire: i tifosi del Partizan si augurano che possa ripetere le gesta da calciatore, quando con quella maglia sembra destinato a dover spaccare il mondo salvo poi doversi accontentare di una carriera normale, la cui fase più bassa è stata toccata in quel di Parma.