In vetta al ranking?
Meno di 45 giorni dal match point chiuso da Stefanos Tsitsipas contro Dominic Thiem nello splendido ultimo capitolo delle Finals 2019 ed è già ora di ripartire per una nuova stagione tennistica. La corsa per terminare l’anno in vetta al ranking ATP sarà serratissima. A un primo impatto sembra impossibile non vedere uno dei magnifici 3 in testa alla classifica dopo le Finals 2020 (le ultime in scena alla O2 Arena di Londra, prima del trasferimento a Torino per almeno 5 anni). Infatti dal 2004 ad oggi, solo nel 2016 un giocatore al di fuori di questi tre mostri sacri è riuscito di guardare tutti dall’alto con la firma di un Andy Murray che proverà a tornare quel giocatore regale che era prima dei problemi fisici. Fra l’altro per i Fab 3 c’è in palio un ennesimo traguardo: infatti se uno tra Federer, Nadal e Djokovic dovesse terminare l’annata al #1, lo farebbe per la sesta volta in carriera eguagliando così il record assoluto di Pete Sampras. Solo loro tre quindi? Nadal e Djokovic partono un gradino avanti, per Federer sarà più dura perché con l’avanzare degli anni non può garantire la presenza e perciò i punti nei 250 e 500, ma per la prima volta da inizio anni 2000 la concorrenza è credibile. Tsitsipas e Thiem hanno dimostrato grande solidità, soprattutto l’austriaco che da quando è allenato da Massu sembra aver trovato certezze anche sulle superfici più veloci. Medvedev dal mese di luglio 2019 in avanti è stato il più continuo del circuito, resta però da testare la sua esplosione anche sulla terra rossa. Insomma, sarà lotta a 6 presumibilmente con le tre star assolute che mai come quest’anno saranno messe alla prova.
In campo femminile l’incertezza è totale, come sempre. Negli ultimi cinque anni abbiamo avuto quattro giocatrici diverse in vetta, eccezion fatta per il back-to-back della Halep nel biennio 2017 e 2018. Le pretendenti credibili sono almeno 10 suddivise fra le solite note in cerca dell’acuto (Karolina Pliskova, la stessa Halep, Svitolina, Kiki Bertens, Barty anche lei alla ricerca del bis, Osaka o Serena Williams anche se per lei vale il discorso fatto per Re Roger) e le giovani stelle che posso far saltare il banco (Andreescu, Sofia Kenin o ancora Marketa Vondrousova). Difficile fare un pronostico, considerando però il talento, la pesantezza di palla e la continuità delle prestazioni nel corso della stagione partono un filo avanti la regina dell’US Open 2019 Bianca Andreescu e la giapponese Naomi Osaka.
Capitolo italiani.
Dopo un 2019 pazzesco sotto tutti i punti di vista nel maschile ma altrettanto negativo al femminile, cosa aspettarci dagli italiani in questo nuovo anno? In campo ATP siamo probabilmente nel periodo più florido degli ultimi 50 anni. Due stelle assolute come Berrettini e Fognini sono i leader di un movimento che vede ben 8 tricolori nella top 100: solo Francia (12) e Spagna (10) ne contano di più in questo momento. Digerita la delusione della Coppa Davis con il discusso nuovo formato, i nostri portacolori vanno all’assalto del 2020 con forti aspettative. Fogna dopo il successo sulla terra di Monte Carlo ha sfiorato l’accesso alle Finals che avrebbero coronato una carriera di alti e bassi ma che ha comunque dimostrato al mondo che il ragazzo ligure ha potuto restare nel tennis che conta nell’era dei Fab 3, non cosa da poco. Berrettini nei primi 4 mesi ha pochissimi punti da difendere e un obiettivo realistico potrebbe essere quello di mantenere un seed fra i primi 8 in vista del Roland Garros, dopo di che dovrà lottare per confermare quanto fatto di buono negli ultimi 6 mesi: ripetere l’accesso alle ATP Finals sarebbe qualcosa di clamoroso ma non da escludere. La più grossa curiosità in campo Azzurro viene data da Jannik Sinner che da gennaio a novembre è stato in grado di cambiare dimensione alla propria carriera: primo successo in un Challenger a Bergamo, bis nel prestigioso torneo di Lexington, colpaccio alle Next Gen e vittoria in casa a Ortisei. L’hype attorno a questo fenomeno del tennis mondiale è tale per cui il ragazzo guidato da Piatti potrà giocare pressoché tutti i tornei (sia per il ranking raggiunto – #78 – che per eventuali wild card) e quindi è verosimile vederlo fare il suo ingresso in top 30, senza esagerare con le attese. Lato WTA, la situazione è molto meno incoraggiante. Abbiamo solamente due top 100 (Jasmine Paolini al 96 e Camila Giorgi sprofondata al #100 dopo il lungo stop del 2019) e l’unico talento che ad oggi sembra poter iniziare a entrare nel circuito maggiore è Elisabetta Cocciaretto (attualmente numero 178 al mondo). Paolini e Giorgi quindi destinate a raccogliere la pesante eredità di simboli del tennis tricolore del decennio precedente come Schiavone, Pennetta, Vinci ed Errani (tornata nelle prime 200 del ranking ma lontana dalla condizione fisica che aveva nel magico 2012), sarà complicato anche se per talento Camila vale senza dubbio una top 20 a patto che arrivi finalmente l’agognata continuità di rendimento.