Saranno Austria, Norvegia e Svezia ad ospitare dal 10 al 26 gennaio l’Europeo di pallamano maschile giunto alla sua 14^ edizione. Sono 24 le nazioni in gara, con Danimarca, Francia e Svezia che sembrano avere una marcia in più per la conquista del titolo rispetto alle altre partecipanti.
La compagine svedese che ha vinto 4 ori dal 1994 al 2002 viene dal secondo posto della passata edizione, quando nella finale giocata a Zagabria si arrese alla Spagna. La Francia che per 3 volte ha vinto l’Europeo di pallamano non raggiunge la finale dal 2014, anno in cui impose sulla Danimarca; quest’ultima conte invece 2 primi posti, il primo conseguito nel 2008, il secondo quattro anni più tardi a Belgrado.
In corsa per l’Europeo di pallamano maschile c’è anche la Norvegia che non è mai andata oltre il quarto posto finale (2016); la Spagna che due anni fa conquistò il suo primo titolo battendo la Svezia nella finalissima questa volta sembra avere le stesse possibilità di successo, così come la Germania che nel 2016 conquistò il suo secondo titolo dopo il primo ora vinto nel 2004.
Chi invece ancora insegue il primo titolo è la Croazia, che la vittoria dell’Europeo di pallamano l’ha sfiorata in due occasioni: nel 2008 fu battuta 24-20 dalla Danimarca nella finalissima di Lillehammer, nel 2010 si arrese per 25-21 alla Francia nell’ultimo atto giocato a Herning. Stesso discorso per la Slovenia che nell’unica finale disputata (2004) fu sconfitta dalla Germania.
L’Islanda, invece, insegue ancora la prima finale all’Europeo di pallamano maschile; gli scandinavi conservano in bacheca un bronzo conquistato nell’edizione 2010 grazie al successo maturato contro la Polonia. L’unico successo della Russia risale al 1996, in quell’occasione i russi si imposero di misura (23-22) sulla Spagna; da allora solo una finale persa nel 2000 per mano della Svezia. Tra le 24 pretendenti al titolo c’è anche la Serbia che nel 2012 si arrese in finale alla Danimarca.
Molte le nazioni in gara che sono mai salite sul podio dell’Europeo di pallamano, come la Polonia (quarta nel 2010), la Repubblica Ceca (sesta nel 1996 e due anni fa), l’Ungheria (un sesto posto nel 1998) e il Portogallo (settimo nell’edizione del 2010).