Momento di pausa forzata in NBA, momento perfetto per tirare le somme della prima parte di stagione cestistica oltre oceano. In particolare ci concentriamo sul giocatore che ha lasciato l’Italia nel lontano 2008, stagione in cui ha attirato su di sé le attenzioni dei principali scout NBA: Danilo Gallinari. Nella sua ultima annata con la maglia Olimpia Milano – salvo un breve ritorno nel 2011 per il lockout NBA – è stato eletto miglior Under-22 e MVP della stagione regolare in Serie A e Euroleague Rising Star. Un biglietto da visita niente male che gli è valso la pick numero 6 al Draft dello stesso anno, chiamato subito dopo due giocatori che tutt’ora spostano gli equilibri come Russell Westbrook e Kevin Love. Se quella notte del 26 giugno 2008 ha lasciato l’amaro in bocca ai tifosi dei New York Knicks, è bastato poco al pubblico del Madison Square Garden per innamorarsi del ragazzo di Sant’Angelo Lodigiano.
Nonostante la sua prima stagione negli States sia stata falcidiata da problemi alla schiena con solamente 28 partite, ha potuto comunque mettere in luce le sue qualità di tiratore strabiliante (con il 44.4% da 3, ad oggi la sua stagione migliore sotto questo aspetto) ed ha lasciato intravedere margini clamorosi di crescita. Di fatti già nel 2009-10 ha potuto spiccare il volo con 81 partite disputate chiudendo con 15.1 punti a serata (terzo miglior realizzatore di squadra dietro a David Lee e Wilson Chandler). Dopo questo inizio scoppiettante, Danilo Gallinari ha sempre avuto difficoltà a consacrarsi definitivamente come giocatore franchigia di una squadra NBA anche per colpa di infortuni più o meno gravi (addirittura ha saltato l’intera stagione 2013-14 per la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro). Da New York è stato mandato a Denver, poi Los Angeles sponda Clippers e in estate lo scambio con i gli Oklahoma City Thunder all’interno della trade che ha portato Paul George in California. Arrivare ad OKC l’anno in cui viene ceduto Russell Westbrook e in una stagione che verosimilmente si annunciava di vero e proprio rebuilding per i Thunder non era sicuramente di buon auspicio.
La squadra di Billy Donovan sta invece sorprendendo tutta la NBA con un record di 40 successi e 24 sconfitte che proiettano OKC al quinto posto ad Ovest. La rinascita di un redivivo Chris Paul, l’esplosione inattesa di Shai Gilgeous Alexander ma soprattutto un 2019-20 che sancisce l’ingresso del Gallo negli All-Star del basket americano. Rispetto alla sue medie in carriera in NBA, Danilo Gallinari segna 3 punti in più in media a partita (19.2 v 16.2), tira con più alta percentuale dal campo, da tre e ai liberi, cattura più rimbalzi e serve più assist. Ma la vera e propria vittoria personale per Gallinari è che al momento il numero 8 ha saltato solamente 9 partite in stagione: nelle 10 precedenti, solo una volta è riuscito a giocare almeno 72 partite di Regular Season (nel 2009-10 con i Knicks). Dopo gli inizi in una New York in grande sofferenza, i 7 anni con i Nuggets mai all’altezza nel post Melo, nelle ultime tre annate con Clippers e OKC, la carriera del figlio di Vittorio ha preso la strada giusta. Con lo spot per la post season in tasca, sperando che la stagione riprenda, Gallinari è chiamato ad elevare ancora il suo livello di gioco anche ai playoff laddove potrà dimostrare – ancora una volta – di meritarsi un contratto per una contender nella prossima estate. Il tutto in attesa di Eurobasket 2021, forse l’ultima grande manifestazione in cui Danilo potrà portarci verso la conquista di una medaglia importante.