La 120^ edizione degli US Open di golf è stata posticipata al prossimo settembre, quando dal 17 al 20 tutti i grandi protagonisti del circuito si affronteranno sul green del Winged Foot Golf Club a Mamaroneck, nello stato di New York. A difendere il titolo sarà Gary Woodland che lo scorso anno a sorpresa si aggiudicò il Major, ma che in questa edizione non parte certo con il favore del pronostico. Lo statunitense, infatti, sarà chiamato ad una vera impresa per bissare il successo del 2019 e per far fronte ad una nutrita pattuglia di agguerriti avversari.
Il vero favorito della prossima edizione degli US Open di golf è Rory Mcilroy, il nordirlandese che nel 2011 vinse il suo primo e sinora unico Open statunitense; nove anni dopo quel successo, il golfista di Holywood sembra avere una marcia in più dei suoi avversari, come Dustin Johnson che nel 2016 sbaragliò la concorrenza aggiudicandosi il titolo; o come Brooks Koepka che nel biennio 2017/18 mise a segno una splendida doppietta. Attenzione anche allo spagnolo Jon Rahm e a Justin Thomas che però dopo un memorabile 2017 sembra essere un po’ in affanno.
La zampata del vecchio leone potrebbe arrivare anche dal grande Tiger Woods, che in bacheca conserva ben 3 US Open, anche se l’ultimo successo nel torneo risale al 2008; dopo quell’edizione il golfista di Cypress ha vissuto una profonda crisi dalla quale sembra essere uscito solo lo scorso anno quando ha vinto il Masters (il quinto). Meno chance, ad oggi, sembra averle invece Justin Rose, l’inglese vincitore dell’edizione 2013; lo stesso dicasi per Web Simpson che nel 2012 vinse il Major americano, ma che oggi si ritrova al numero 59 del ranking mondiale. Discorso analogo anche per Jordan Spieth, il texano vincitore dell’edizione 2015 che quell’anno si aggiudicò anche il Masters a soli 22 anni.
Gli US Open sono invece ancora un sogno per Francesco Molinari che viene da una stagione in cui ha vinto il solo Arnold Palmer Invitational; a 10 anni dalla sua prima ed unica vittoria in un Major, Graeme McDowell, invece, non sembra in grado di ripetere l’exploit che ottenne a Pebble Beach. Un exploit che appare ostico anche per Martin Kaymer, il tedesco vincitore degli US Open edizione 2014.