Oggi è uno dei migliori della Serie A, un leader e un punto di riferimento della Lazio e un giocatore della Nazionale Italiana, ma Francesco Acerbi per arrivare fino a qui ha dovuto attraversare periodi non facili. Li ha raccontati lui stesso in un’intervista a ‘Repubblica’, partendo dal tumore ai testicoli del 2013.
Il momento più difficile è alle spalle: prima della malattia, Acerbi ha dovuto affrontare anche la morte del padre, confessando anche il suo problema con l’alcool e affermando che è stato il cancro a salvarlo.
Dopo il cancro Acerbi ha ammesso di essere cambiato, di non sentire più la paura e di essere migliorato, traguardo dopo traguardo.
I prossimi obiettivi, dopo essersi riconquistato l’azzurro, sono chiarissimi: Acerbi si vede allenatore, ma prima ha ancora diversi anni da spendere in campo.
Un futuro da allenatore e un passato a giocare in tutti i ruoli possibili in campo, prima di scegliere la difesa e diventare un punto di rriferimento nel ruolo.
C’è spazio anche per un ricordo per Giorgio Squinzi, presidente del Sassuolo, di cui Acerbi è stato simbolo, e a cui ha dedicato un pensiero.