“E’ una persona negativa, senza rispetto per il gruppo. Nel 2013, in Confederations Cup contro il Brasile, non ci diede una mano in niente. Roba da prenderlo a schiaffi. Per qualcuno era tra i primi cinque al mondo, io non ho mai pensato neppure che potesse essere tra i primi dieci o venti”. Parole e musica di Giorgio Chiellini che, nel suo libro ‘Io, Giorgio’, non è stato di certo tenero con Mario Balotelli.
Il pensiero del capitano della Juventus ha innescato un botta e risposta con annesse polemiche, ma di fatto conferma quanto già negli anni scorsi era emerso: quello di Super Mario con molti compagni di Nazionale è stato un rapporto contrastato.
Come riportato dal ‘Corriere dello Sport’, i dissapori tra Balotelli e buona parte del gruppo Azzurro, iniziarono già nel 2012 ai tempi dei Campionati Europei, l’attuale attaccante del Brescia fu però tra i migliori giocatori della Nazionale in quel torneo e quindi molte cose passarono sottotraccia.
Le cose sono invece cambiate due anni dopo in occasione dei Mondiali del 2014, quando lo spogliatoio della Nazionale si riscoprì spaccato. Si formarono infatti tre gruppi: il primo era composto dai senatori Buffon, Chiellini, Barzagli, De Rossi, Marchisioni, Bonucci e Pirlo, poi c’erano coloro che erano considerati gli elementi meno affidabili, ovvero Cassano e Balotelli, e infine i più giovani con Immobile, Insigne e Darmian.
Prandelli sapeva che all’interno del gruppo c’erano dei problemi, quello che probabilmente non immagina è che la situazione sarebbe esplosa a Brasile 2014. In particolare, ai più anziani non piacquero molti degli atteggiamenti tenuti da Super Mario.
Dopo la sconfitta contro l’Uruguay, si fece tingere il ciuffo di biondo, prima ancora postò le foto dell’anello con tanto di dichiarazione d’amore per la sua ragazza e inoltre ci fu uno strappo decisivo proprio in occasione della sfida con la Celeste.
Prandelli, dopo un primo tempo estremamente deludente, chiese a Balotelli di ‘stare tranquillo, giocare per la squadra e stare dentro la partita’, un discorso che il giocatore non prese benissimo tanto che il commissario tecnico, dopo averlo sentito protestare, decise di lasciarlo negli spogliatoi.
Dopo quella partita, che valse l’eliminazione dell’Italia, partirono alcune bordare da parte dei senatori, tanto che sono rimaste famose le parole di Buffon.