Alla fine l’obiettivo della qualificazione alla finale di Coppa Italia è stato raggiunto, ma che fatica: nella Juventus che non è andata oltre lo 0-0 con un Milan spuntato e in inferiorità numerica per oltre 70 minuti ci sono dei problemi da risolvere per evitare brutte sorprese in ottica Scudetto e Champions League.
Eppure Sarri ha provato a lanciare un messaggio alla squadra inserendo contemporaneamente nella ripresa Bernardeschi, Rabiot e Khedira, apparsi tutti lontani dalla condizione migliore. Un errore ammesso dallo stesso tecnico bianconero dopo il triplice fischio.
Parole che la dicono lunga sull’effettiva inefficacia dei tre subentrati: fallito il compito di incidere in corso d’opera su una partita che ha rischiato anche di terminare in modo diverso, se solo il Milan avesse potuto contare su un peso offensivo più adeguato all’importante circostanza.
BERNARDESCHI, NULLA E’ CAMBIATO
L’ex Fiorentina ha preso il posto di Douglas Costa posizionandosi sull’out di sinistra: rispetto alla velocità e all’esplosività offerte dal brasiliano, da parte del classe 1994 sono arrivati solo dei cross inconcludenti ben controllati dalle torri milaniste Kjaer e Romagnoli.
Nessun passo in avanti rispetto al periodo pre-lockdown, tanto che gli indizi che conducono ad una cessione al termine della stagione si fanno sempre più chiari e incontrovertibili.
RABIOT, NON CI SIAMO
Un’altra prova incolore, che non giustifica i 7 milioni netti di ingaggio: il francese si trascina da tempo una forma fisica tutt’altro che eccellente, residuo dell’inattività prolungata risalente ai mesi passati da separato in casa al PSG.
Considerato che dopo l’addio di Emre Can la coperta a centrocampo si è fatta più corta, urge necessariamente che Rabiot ritrovi una condizione accettabile sia dal punto di vista mentale che fisico, che lo faccia tornare il giocatore decisivo esploso a Parigi da giovanissimo.
KHEDIRA, SERVE TEMPO
Tedesco di nuovo in campo dopo la bellezza di 199 giorni: chiaro che debba ancora scrollarsi di dosso la ruggine accumulata in quasi 7 mesi di assenza forzata.
Tra i tre sembra l’unico in grado di potersi ritagliare uno spazio nella finale di mercoledì, quando serviranno anche i suoi inserimenti per far male alla retroguardia del Napoli e conquistare la Coppa Italia numero 14 della storia.