Sognare non costa nulla, se non in termini di tempo. Sognare è utile, deleterio, chissà. Intanto però, chi l’ha fatto e chi lo fa, vuole crederci. Il Cagliari è quarto in classifica dopo undici turni, a distanza siderale dalla zona calda, a -3 dalla Roma seconda in classifica. Indietro di cinquant’anni.
Ogni tifoso del Cagliari sa cosa significa mezzo secolo nel passato, un tuffo negli anni ’70 significa Scudetto. Non solo lo storico e unico titolo arrivato all’inizio del decennio, ma anche il secondo posto dell’anno prima e il settimo della stagione successiva, arrivato in seguito alla discesa causa infortunio di sua maestà Gigi Riva.
Ebbene, un avvio così il Cagliari non lo aveva proprio dal 1969. Allora la formazione sarda mise insieme venticinque punti (convertiti in attuali, considerando che si trattava di campionato a due per vittoria) issandosi fino al primo posto. Qualcosa di inpensabile ora viste le corazzate presenti, ma il terzo per il popolo isolano è già qualcosa di incredibile.
La salvezza rimane il primo obiettivo, ma la famosa quota 40 è già al giro di boa: 21 punti per il Cagliari in classifica e la consapevolezza di poter raggiungere qualcosa di enorme proprio nell’anno del centenario, che scoccherà guarda caso il prossimo maggio 2020.
Spazzata via anche la partenza dell’autunno 1970, con 20 punti, nonchè quelle di inizio anni ’90 che portarono il Cagliari nell’allora Coppa UEFA. I numeri, un Maran finalmente protagonista anche nel gioco e non solo nelle salvezze e la consapevolezza di aver battuto sia Atalanta che Napoli in trasferta, portano entusiasmo ovvio e incontrollabile in Sardegna.
Entusiasmo che dovrà essere ben gestito da Maran, Giulini, Carli e il resto dello staff: una missione non facile, ma essenziale per poter continuare a sognare. Del resto è un momento magico ad ogni livello, considerando anche il secondo posto dei giovani nel campionato Primavera.
La prova del nove è stata superata alla gara numero undici. Ora inizia il vero campionato del Cagliari.