La UEFA torna all’attacco. Il monito al calcio europeo era già stato inviato in tempi non sospetti: la priorità è la conclusione dei campionati nazionali sul campo, pena un percorso in salita nelle competizioni continentali per i club di quelle nazioni che non si attengono al piano.
Concetto ribadito con fermezza ai microfoni de ‘Il Corriere dello Sport’ dal presidente Aleksander Ceferin che si è soffermato, in particolare, sulla caotica situazione italiana e sui dubbi che attanagliano la FIGC in ottica protocollo di sicurezza che non convince appieno.
La quarantena per l’intera squadra in caso di una nuova positività è un ostacolo al prosieguo della Serie A che, agendo in questo modo, non seguirebbe la linea intrapresa dalla Germania, il cui modello è ritenuto un esempio che le altre federazioni dovrebbero prendere in considerazione.
Almeno per le prime settimane della ripartenza dovremo abituarci ad assistere a partite senza pubblico sugli spalti, provvedimento necessario che potrebbe prolungarsi anche nei mesi successivi.
Ma uno dei temi più importanti Ceferin l’ha toccato nel corso dell’intervista concessa a ‘beIN Sports’ nella serata di giovedì: dalla scelta di portare a termine i campionati dipenderà la ‘qualità’ del cammino europeo dei club che potrebbero essere costretti ad affrontare un percorso in salita.
Club già proclamati campioni come il Club Brugge in Belgio o il PSG in Francia potrebbero dunque cominciare dai preliminari la loro prossima avventura in Champions League, anziché dalla fase a gironi come inizialmente previsto per questioni di ranking che passerebbero inevitabilmente in secondo piano.