Bel gioco, coraggio e voglia di stupire: l’Inter ha sfiorato l’impresa a Barcellona, venendo sconfitta solo grazie a due grandi acuti di Luis Suarez che ha evitato ai blaugrana un ko interno in Champions League che non si verifica ormai da oltre sei anni.
Per i nerazzurri solo un punto dopo le prime due giornate, quello conquistato a San Siro contro lo Slavia Praga in rimonta: quattro gare a disposizione per invertire la rotta come avvenne nelle altre due occasioni in cui al termine dei primi 180 minuti non erano arrivati successi.
Stiamo parlando delle edizioni 2006/2007 e 2009/2010: nel primo caso la squadra allora guidata da Roberto Mancini esordì addirittura con due sconfitte contro Sporting Lisbona e Bayern Monaco, trovando poi la forza di reagire con tre vittorie consecutive e un pari che valsero la qualificazione agli ottavi (dove arrivò l’eliminazione per mano del Valencia).
La seconda circostanza è cara ancora oggi ai tifosi interisti: due pareggi contro Barcellona e Rubin Kazan ma passaggio alla fase a eliminazione diretta garantito successivamente dalle vittorie con i russi e la Dinamo Kiev, quest’ultima con un clamoroso uno-due nei minuti finali firmato da Diego Milito e Wesley Sneijder. Alla fine quella campagna europea divenne leggendaria: capitan Zanetti alzò la coppa più ambita al cielo di Madrid il 22 maggio 2010, dopo aver fatto lo stesso con Coppa Italia e Scudetto.
Insomma, il detto ‘chi ben comincia è a metà dell’opera’ sembra non essere valido per il percorso europeo dell’Inter, che però non può più sbagliare: i precedenti, almeno quelli, inducono all’ottimismo.