Contro il Valencia, Josip Ilicic ha segnato il suo primo goal in carriera in Champions League. Un traguardo raggiunto dopo 10 anni in Serie A con quasi 90 goal all’attivo, più svariati tra Europa League e Coppa Italiia. Insomma, di strada il numero 72 nerazzurro ne ha fatta tanta dal suo arrivo in Italia, dal Maribor al Palermo nell’estate 2010.
Il classe 1988 non è stato però l’unico giocatore sloveno ad aver stregato il presidente Zamparini in quell’estate, quando nel terzo turno preliminare di Europa League i rosanero avevano affrontato proprio il Maribor. Insieme a Ilicic è arrivato a Palermo anche Armin Bacinovic, centrocampista centrale classe 1989. Il quale ha intrapreso un percorso totalmente diverso da quello dell’amico ed ex compagno.
I percorsi dei due amici, che hanno condiviso anche le giovanili del Maribor, si sono separati nel 2012, quando il Palermo ha ceduto Bacinovic in prestito per una stagione al Verona. Nella stagione precedente aveva perso il posto da titolare che aveva subito conquistato nella sua prima annata italiana. È anche l’ultima stagione giocata dal classe 1989 in Serie A: da lì, fino alla fine del 2016, il suo campionato è stato la Serie B. Ilicic, invece, nell’estate 2013 ha scelto la Fiorentina.
Prima con il Verona, poi con il Palermo, passando anche per Lanciano e Ternana: in B Bacinovic ha giocato 95 partite, senza mai riuscire a ritrovare una chance in Serie A o nella nazionale slovena. L’ultima presenza con la sua selezione è ancora quella del febbraio 2013, quando era un giocatore del Verona. Nel mentre, Ilicic brillava a Firenze, arivando anche a segnare 13 goal nella stagione 2015/16.
Il 2017 per entrambi è l’anno di un cambiamento. A gennaio Bacinovic lascia la Serie B per scendere ancora una volta di categoria: sceglie la Serie C e la Sambenedettese per rilanciarsi. A luglio, invece, Ilicic va all’Atalanta, iniziando a vivere la fase più importante della sua carriera, che lo ha portato fino alla Champions League.
Bacinovic nelle Marche vive stagioni non facili. Ad aprile arriva la condanna a quattro mesi di lavori socialmente utili per guida in stato d’ebbrezza: era stato fermato ai tempi del Lanciano. Ha provato a riscattarsi anche in campo, ma non ha mai trovato continuità. Gli è stata anche affidata la fascia di capitano in più occasioni.
Ad aprile 2018 arriva l’ultimo episodio che ha fatto rumore: la denuncia verso il presidente della Sambenedettese, che lo ha accusato di essere un mercenario. Due mesi dopo, a scadenza del contratto, lascia anche la Samb. Attualmente non ha un contratto professionistico. Dall’altra parte, invece, l’amico segna e brilla in Champions League. Destini separati.