Un vero e proprio crack del calcio argentino, una miniera d’oro in casa Inter: dopo sole due stagioni in maglia nerazzurra Lautaro Martinez è già un punto fermo della squadra di Conte e pezzo pregiato sul mercato.
Un’ascesa veloce a tal punto da attirare le attenzioni di sua maestà Lionel Messi, che ha fatto il suo nome al Barcellona per la prossima sessione di mercato. Una crescita che parte da lontano, come racconta il suo ex allenatore ai tempi del Racing Fabio Radaelli ai microfoni di Goal.
Al suo primo anno mise a segno ben ventisei goal in ventisei partite, ripetendosi anche la stagione successiva con venticinque firme. E pensare che tutto nacque quando nel 2014 l’appena diciottenne Lautaro sostituì un monumento del calcio argentino come Diego Milito: un passaggio di consegne che lo stesso Radaelli sottolinea con un ambizioso paragone.
Se Aguero ha scelto di fare il grande salto in Europa all’età di 18 anni, Lautaro ha preferito lasciare l’Argentina in età leggermente più matura per approdare all’Inter, dove ha subito trovato la forte concorrenza del connazionale Mauro Icardi, uno dei centravanti più forti del mondo.
Dopo una prima stagione di adattamento Lautaro è letteralmente esploso in quella attuale, trascinando insieme a Lukaku l’Inter di Conte con sedici goal all’attivo. Il Barcellona ora è molto più di una semplice suggestione, come conferma lo stesso Radaelli:
Dalle giovanili del Racing all’Inter nel giro di soli quattro anni: una maturità acquisita più velocemente del previsto per un giocatore che sembra già arrivato nell’olimpo dei grandi centravanti mondiali. L’Inter ha scoperto un tesoro in casa, mentre il Barcellona ha già individuato il nuovo ideale partner della ‘Pulce’.