Maggio 1939. Dopo nove vittorie consecutive, ultima delle quali contro la Germania hitleriana, l’ Italia di Pozzo, Campione del Mondo in carica (doppiamente) pareggia 2-2 contro l’Inghilterra nell’amichevole di San Siro. Novembre 2019, la Nazionale azzurra raggiunge la doppia cifra di successi di fila per la prima volta nella sua storia.
Non si ferma l’Italia di Mancini , ancora vittoriosa, ancora colma di record dopo aver superato anche la Bosnia di Dzeko e Pjanic. Ha già ottenuto il pass per l’Europeo con tre gare d’anticipo, ma la rappresentativa azzurra non ha nessuna intenzione di fermarsi, decisa ad acquistare ancor più fiducia in vista del torneo del 2020.
E così Mancini supera Pozzo , unico in grado di vincere nove gare consecutive prima di lui. Invece l’attuale commissario tecnico dell’Italia è riuscito ad arrivare a dieci, nove delle quali nelle gare di qualificazione all’Europeo, tutte vinte, tutte portare a casa per un en-plein storico.
Certo, confrontare le due Nazionali è dura, sia per il periodo storico in cui quella di Pozzo divenne leggenda, sia per i giocatori a disposizione dei due commissari tecnici, sia per i titoli vinti. Se non dura, impossibile e deleterio.
La rappresentativa di Mancini lavora a testa bassa, consapevole di non aver ancora conquistato nulla e di non aver affrontato le grandi del mondo, ma anche d’altra parte di poter essere la mina vagante dell’Europeo. Del resto la fiducia e la consapevolezza dei record potrebbe superare anche le differenze tecniche con Francia e compagnia continentale.
In più l’Italia sta facendo crescere una terribile generazione di giovani desiderosa di mettersi in mostra anche nei grandi tornei e non solo in qualificazioni ed amichevoli. Zaniolo, Chiesa, Barella, Tonali uniti a bomber Immobile, all’espero Bonucci, a Verratti. Le potenzialità, obiettivamente, ci sono tutte.
Per ora vince nella categoria dei record, poco utile alla storia e alla gloria. Per ora, appunto. A Roma, nelle tre gare che l’Italia giocherà in casa all’Europeo si potrà cominciare a delineare una seria candidatura a fare bene nel torneo itinerante. Andando oltre i meri numeri con cui far parlare di sè, volontariamente o meno.