Tanti i dubbi e le domande che attanagliano il calcio italiano: bisogna scendere in campo? E se sì, come? Nella giornata di ieri è arrivato l’ennesimo rinvio per quanto riguarda Juventus-Milan, ritorno della semifinale di Coppa Italia che si sarebbe dovuto giocare all’Allianz Stadium di Torino.
Oggi, invece, ci sarà la decisione su Napoli-Inter, in programma giovedì sera al ‘San Paolo’: anche in questo caso, a decidere potrebbe essere il Prefetto che ha sul tavolo tre opzioni da tenere in stretta considerazione.
La prima, ovviamente, è quella della regolare disputa a porte aperte come avvenuto per l’ultimo incontro casalingo del Napoli in campionato; poi c’è l’ipotesi delle porte chiuse con la chiusura dello stadio alle tifoserie e infine quella, più drastica, del rinvio.
Proprio quest’ultima possibilità non è da escludere: il nuovo Decreto governativo potrebbe ‘suggerire’ la sospensione delle competizioni nazionali per un periodo di trenta giorni, dopo l’illustre parere del comitato tecnico-scientifico sul Coronavirus che ha consigliato il divieto per un mese di qualsivoglia manifestazione in cui non è previsto il rispetto della distanza minima di un metro tra le persone.
Distanza che non potrebbe essere rispettata dagli stessi giocatori in campo, considerato che il calcio è uno sport di contatto: per questo motivo il rinvio è una delle soluzioni da tenere sott’occhio per la tutela della salute pubblica che dovrebbe sempre stazionare al primo posto. Come giusto che sia.