23 settembre: l’Atletico Madrid e il Barcellona annunciano ufficialmente l’accordo per il passaggio di Luis Suarez in biancorosso. 27 settembre: il Pistolero esordisce nella sua nuova casa, il Wanda Metropolitano. E scatena immediatamente fuoco e fiamme.
Un debutto da sogno, quello di Suarez con la maglia dell’Atletico Madrid. Non tanto per il risultato, un roboante 6-1 al Granada, quanto per il marchio subito impresso dall’ex Barça sulla partita e sulla sua nuova squadra: doppietta, assist al bacio, rigore guadagnato e poi tolto dall’intervento del VAR. Il tutto in 20 minuti più 3 di recupero. Bestiale.
Suarez è entrato al 70′ al posto di Diego Costa, autore della prima rete dell’Atletico, quando il risultato era già di 3-0 per la banda Simeone. E ci ha messo pochissimo, un paio di minuti, per lasciare il segno: assist perfetto per Marcos Llorente, pure lui entrato da pochissimo, e poker firmato dall’ex Real.
Ma non è finita qui. Anzi. Perché Suarez ci ha preso gusto e ha deciso di mettersi in proprio. Ha indotto il direttore di gara a fischiare un calcio di rigore per un presunto fallo in area ai suoi danni di Fede Vico. Forse lo avrebbe anche battuto. Ma il VAR è intervenuto, cambiando la decisione: niente penalty.
Poco male, perché Suarez la via della rete l’ha trovata comunque. Non una, ma due volte. Prima di testa su perfetto cross dello stesso Llorente, poi con una zampata mancina ravvicinata dopo un palo da lui stesso colpito. Chiudendo nel modo migliore possibile un pomeriggio da ricordare.