Il rapporto con la nazionale tedesca di Niklas Stark non è come quello di tutti gli altri. Joachim Löw quest’anno lo ha già convocato per 4 volte, per tutti gli appuntamenti del 2019, ma non è mai riuscito a farlo esordire per un motivo o per l’altro. Dalla prima chiamata a marzo all’ultima di ottobre, quando non ha potuto giocare contro Irlanda del Nord e Argentina a causa di un infortunio rimediato proprio in ritiro.
Quelle partite sarebbero dovute essere le sue prime due in nazionale, dopo gli infortuni di Süle e Rüdiger, dopo 6 panchine che lo avevano reso il giocatore che più ha aspettato l’esordio rispetto alla prima convocazione. E invece quell’esordio è stato ancora rimandato. Il destino, però, non gli ha detto bene neanche questa volta.
Sabato nella sfida casalinga contro il Lipsia ha rimediato una dura gomitata al volto. Involontaria, sì, ma che lo ha letteralmente messo k.o. e costretto a uscire anzitempo dal campo (e nemmeno premiata con un rigore). Risultato: naso rotto e occhi neri.
Tutto ciò non ha però fermato Stark che non ha voluto alzare bandiera bianca: ha risposto comunque alla chiamata di Löw, la quinta consecutiva. E si è presentato in ritiro segnato in volto dal colpo ricevuto sabato.
Il ritorno di Ginter, più la presenza di Tah e del confermato Koch, rendono più complicato lo spazio a Stark, che aspetta ancora l’esordio con la Germania e spera di avere fiducia in una delle prossime due gare contro Bielorussia e Irlanda del Nord. Lui, sicuramente, la determinazione ce l’ha, anche per ribaltare il destino. E Löw certamente l’ha notata.