Mettete da parte il solito e triste dominio, in cui tutto il mondo è paese. Certo, anche la stagione 2019/2020 vede le big di tutta Europa in vetta alla classifica del proprio campionato, ma dietro di loro si muove qualcosa. E in alcuni casi, anche sopra di loro. Basti pensare alla Spagna, con il sorprendente Granada.
Considerando il torneo in cui i sogni vanno a morire prima che possano nascere, la Liga è stato sempre un’affare tra Real Madrid e Barcellona nell’ultimo ventennio, con l’eccezione dell’Atletico di Simeone e all’inizio del millennio, del Valencia. Per il resto, solita storia sull’asse Clasico. E se cambiasse qualcosa con il Granada capolista?
Difficile dirlo per ora, visto e considerando che Real Madrid e Barcellona hanno una partita in meno, proprio quel Clasico che dopo mille polemiche è stato posticipato a dicembre, ma intanto il piccolo biancorosso si godrà per alcuni giorni, almeno fino all’infrasettimanale, il primo posto in classifica.
Ex compagine dei Pozzo attualmente in mano al gruppo cinese Desport, il Granada non raggiungeva la vetta del campionato dal 1973: in quell’unica occasione della sua storia, alla quinta giornata, svettava più in alto di tutti. In un torneo decisamente equilibrato e non limitato a Real e Barcellona.
Ragion per cui la continuità attuale in un torneo spesso giudicato come il più noioso, in termini di lotta al potere, al mondo, porta ad applaudire i ragazzi di Diego Martinez ancor di più. Sentire la musichetta Champions il prossimo settembre è solamente un sogno di mezz’autunno? Forse, ma intanto il terzultimo posto è lontano undici punti dopo aver battuto il Betis, guarda caso proprio la 18esima in classifica e guarda caso quella che tutti giudicavano come possibile sorpresa del torneo dopo l’acquisto di Fekir.
Invece, ecco il Granada, una delle tante squadre d’Europa che sta stupendo in positivo: più di Cagliari, Leicester, Reims e Friburgo, una società pagata 37 milioni dai Pozzo. Meno di quello che percepisce il solo Messi, attualmente indietro rispetto al Granada. Magari per pochissimo, sì. Ma i sogni sono sogni anche se durano pochi istanti.