Roberto Mancini come Vittorio Pozzo. I dati dicono questo, a livello generale, senza addentrarsi in un discorso più largo. Le due epoche non sono paragonabili, il leggendario ct italiano ha conquistato due Mondiali e un’Olimpiade, ha fatto la storia della Nazionale azzurro nel periodo più nero del ‘900. Eppure, nove pari.
Sono infatti nove le gare consecutive vinte dall’ Italia di Mancini, che ottiene l’ottavo successo di fila nelle qualificazioni all’Europeo 2020 (la partecipazione azzurra è aritmetica già dalla gara di qualche giorno fa contro la Grecia), più la vittoria di misura sugli USA in amichevole. Non accadeva dal 1939.
Ottant’anni fa, contro la Germania di Herberger, in pieno regime (da entrambe le parti), la Nazionale vinse la sua nona partita consecutiva, per poi fermare la striscia di successi nell’amichevole contro l’Inghilterra: nazione a cui l’Italia dichiarerà guerra, reale e non sportiva, appena un anno dopo.
Tornando all’attualità, il successo dell’Italia in casa del Liechtenstein porta Mancini ad essere il settimo tecnico azzurro a vincere undici gare nelle prime diciasette in panchina: come Fabbri, Sacchi, Vicini, Trapattoni, Prandelli e Donadoni . Ma i record post Liechtenstein non si fermano qui.
Le otto vittorie consecutive in un girone di qualificazione all’Europeo non erano mai state ottenute prima del 2019: c’è riuscito il Belgio di Martinez, ora anche l’Italia di Mancini.
L’ex allenatore di Zenit e Inter condivide con i suoi predecessori due ulteriori traguardi: il record di vittorie in dodici gare consecutive dei gironi di qualificazione all’Europeo e il record di imbattibilità, maturato in trentotto gare consecutive, sempre nell’ambito dei gruppi pre-Europeo.
Record, ovviamente, utili a far parlare di sè, ma inutili ai fini del futuro azzurro. Servirà fare un grande Europeo per rinascere veramente. Primo passo, qualificazione. Sì. Secondo passo, fiducia, derivante anche dai record. Sì. 2020, attesa.