Un trasferimento ormai fatto e finito, le visite mediche già effettuate… e poi, improvviso, inatteso, il dietrofront. Juan Iturbe non è andato al Genoa, come già era accaduto nel 2015. È rimasto al Pachuca, in Messico. E a #CasaDiMarzio, appuntamento quotidiano su Instagram con Gianluca Di Marzio, spiega il perché.
“Non sono andato, ma era tutto pronto. Avevo anche l’autorizzazione della squadra. Il prestito era stato accettato e il mio procuratore ha detto anche di avere l’autorizzazione della squadra. La formula? Prestito gratuito per un anno con una clausola da 4 milioni. Stavo bene fisicamente, ma era l’ultimo giorno di mercato e mettere un altro in rosa era difficile”.
La volontà di Iturbe, in ogni caso, è chiara: tornare in Serie A, dove ha già vestito le maglie di Verona, Roma e Torino.
A Verona, nell’Hellas di Mandorlini e Luca Toni, il momento più bello. Poi il trasferimento alla Roma, che lo strappò alla concorrenza della Juventus ma che, dal mancino, non ricevette risposte adeguate.
“A Roma ero un un ragazzino felice, volevo giocare bene e mi allenavo tantissimo. Noi eravamo secondi e la cosa più importante era la qualificazione in champions. Ho mantenuto buoni rapporti con tutti. Se muoio e resuscito, torno alla Roma“.