Non è ancora la decisione definitiva, nonostante le sole 24 ore di distanza dalla gara. Juventus-Milan di Coppa Italia sembrerebbe andare però verso il posticipo, rinviata: niente porte aperte, niente porte chiuse, niente limitazioni. Caos totale.
La riunione effettuata in prefettura a Torino con la sindaca Chiara Appendino, il questore Giuseppe De Matteis, l’assessore regionale allo sport Fabrizio Ricca e i rappresentanti della Juventus, coordinata dal prefetto Claudio Palomba, ha portato alla decisione di non giocare la semifinale di Coppa Italia contro il Milan, nemmeno senza tifosi. Presenti in video-conferenza anche i rappresentanti del governo, a cui è spettata l’ultima parola, e della lega calcio.
Claudio Albanese, capo della comunicazione della Juventus, era stato chiarissimo prima di tale riunione:
Juventus-Milan sembrava potesse essere la prima gara a porte aperte dopo l’ordinanza delle limitazioni sugli assembramenti, ma alla fine si è deciso per il rinvio. Inizialmente la semifinale si sarebbe dovuta disputare con l’esclusione dei tifosi di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e delle province di Persa-Urbino e Savona, ma la riunione pomeridiana ha cambiato le carte in tavola.
La decisione su Juventus-Milan di Coppa Italia porta a nuovi dubbi riguardo le prossime gare che verranno disputate in Serie A: non è ancora chiaro se nel prossimo weekend verranno recuperate le gare della 25esima giornata, della 26esima, o si giocherà direttamente il 27esimo turno.
In questo senso sarà decisiva la riunione che si svolgerà nella giornata di mercoledì tra le varie squadre di Serie A e la Lega: insieme al governo, le regioni colpite maggiormente dal coronavirus e tutte le autorità si dovrà prendere una decisione definitiva per il proseguo del campionato, in mezzo ad un calendario da incastrare come le tessere di un puzzle.