Gli stadi di proprietà dei club sono un tema del dibattito calcistico italiano ormai da anni. In Germania, invece, sono già andati oltre. L’impianto dell’Union Berlino, squadra che sta disputando la sua prima stagione di Bundesliga nella sua storia (sognando anche l’Europa), è infatti di proprietà degli stessi tifosi.
La storia dello ‘Stadion an der alten Försterei’, letteralmente ‘stadio alla vecchia foresteria’, è unica nel suo genere e rispecchia quella di un club dell’ex DDR che tiene molto alle tradizioni di opposizione e resistenza. L’impianto è stato ristrutturato tra il 2008 e il 2013 e reso un piccolo gioiello. Il merito è quasi esclusivamente dei tifosi della squadra di Berlino Est, che hanno contribuito alla ricostruzione sia con la forza lavoro che sotto l’aspetto finanziario.
La città di Berlino aveva promesso 3 milioni di euro di finanziamenti che non sono mai arrivati nelle casse del club, il quale è a sua volta di proprietà dei tifosi per la regola del 50+1 che governa il calcio tedesco. Il 50+1 prevede che ogni società sia per l’appunto al 50%+1 di proprietà della società stessa, senza possibilità che impese esterne acquistino o investano un pacchetto di maggioranza. Soltanto squadre che soddisfano determinate condizioni possono non rispettarla, come Leverkusen e Hoffenheim. Il Lipsia invece l’ha aggirata con metodi meno ‘ortodossi’, sfruttando cavilli e normative particolari.
Così i tifosi dell’Union sono anche ‘soci’ del club a tutti gli effetti. Sono stati duemila di loro a investire i 3 milioni di euro necessari alla ristrutturazione. Gli stessi che, con 140mila ore di lavoro assolutamente gratuito, hanno reso lo Stadion an der alten Försterei un impianto accessibile e all’altezza del calcio professionistico tedesco, acquistandone poi quote di proprietà. Sarà peraltro previsto un altro ampiamento nei prossimi anni, che porterà la capienza dai 22mila posti attuali a 36mila e che costerà 40 milioni. Stavolta, ovviamente, non soltanto soldi provenienti dalle tasche dei tifosi.
Per ricordare la straordinaria impresa compiuta dai soci-tifosi-proprietari, nella piazza di fronte allo stadio c’è anche un monumento in loro onore: un casco rosso da lavoro con incisi tutti i nomi degli operai-tifosi. Gli stessi che sono proprietari dell’impianto. E gli stessi che, a causa della pandemia di Covid-19, non potranno essere sugli spalti a sostenere il loro club in un giorno storico. Lo stadio ha appena compiuto 100 anni e a Berlino è ospite il Bayern Monaco.