Ora è uno stimato esterno in forza al PSG, tra i più forti presenti nel panorama europeo: prima di diventare un campione, però, Thomas Meunier ha dovuto sgobbare nel vero senso della parola, destino comune a molti calciatori che per guadagnarsi da vivere si sono dedicati ad un altro mestiere.
Lo stesso belga ha raccontato tempo fa in un articolo scritto per ‘The Players Tribune’ di aver fatto il postino quando aveva ancora 18 anni e non poteva permettersi di tirare avanti con il solo stipendio percepito dal modesto Virton, club attualmente militante nella seconda divisione del campionato del Belgio.
Un impegno gravoso per Meunier, costretto ad alzarsi alle 5 del mattino per consegnare la posta nel suo piccolo paesino: toglietevi dalla mente gli appartamenti di Londra e New York, tutti attaccati e vicini l’uno all’altro, a Sainte-Ode le case sono sparse e serve parecchio tempo per raggiungerle tutte.
Meunier ha ricordato anche le corse sotto la pioggia per arrivare alla cassetta postale dopo aver parcheggiato l’auto, evento che si ripeteva puntualmente ogni qual volta c’era da recapitare qualcosa. Tutto ciò lo rendeva esausto e durò per due mesi, fino a quando non trovò un altro impiego in una fabbrica di montaggio di parti di automobili.
Tutto questo accadeva nel 2010, anno dei Mondiali in Sudafrica guardati da semplice spettatore: si sarebbe rifatto otto anni più tardi, nel 2018, conquistando il terzo posto nella rassegna iridata russa. Stavolta senza dover rischiare di bagnarsi sotto la pioggia battente.