Un passato da predestinato, un presente di fatica. E da incubo del Manchester City di Guardiola. In Francia da Maxwel Cornet si aspettavano tanti goal, dribbling, giocate, numeri. La maglia Bleu, dopo aver completato la trafila delle giovanili.
I numeri, quelli ci sono: per ora siamo a 46 goal in 210 partite con il Lione. And counting. Giocatore offensivo, prevalentemente ala, all’occorrenza seconda punta. La nazionale francese, però, un miraggio. Cornet gioca con la Costa d’Avorio. Anzi, è una riserva, dietro Zaha, Pepé, Gradel. La Francia l’ha lasciata dopo l’Under 21. Poi il classe 1996 ha scelto il paese d’origine dei genitori e nel quale è nato.
Nato in Costa d’Avorio, cresciuto in Francia. Nel 2004, a 8 anni, lo vede il Metz, club che sa scoprire talenti. Tra gli altri: Miralem Pjanic, per citarne uno passato da Lione. E nel gennaio 2015 è proprio l’OL che lo acquista. Alla prima stagione completa segna 8 goal. Convince, ma mai tanto da guadagnarsi un posto in pianta stabile in prima sqadra. Mai sopra i 2000 minuti in una stagione.
In Champions League, però, tira un’aria diversa. Maxwel Cornet lo sa. E quando gioca contro il Manchester City di Guardiola, si scatena. L’anno scorso, solo due da titolare. Le due contro Guardiola. Risultato: goal all’andata all’Etihad nella vittoria per 1-2, doppietta al ritorno per il pareggio 2-2. Sempre segnando il goal del vantaggio. Quest’anno, non cambia il trend: lo 0-1 nel quarto di finale lo segna lui.
Quattro goal in tre partite al City di Guardiola, numeri da fenomeno. Anzi, numeri da Leo Messi: l’unico a riuscirci dal 2016 ad oggi secondo i dati ‘Opta’. Sia da ala con Genesio, che da esterno del 3-5-2 quest’anno con Garcia. Trasformato a sinistra. Non se l’aspettava nessuno. Nemmeno la Juventus, che nel 2013 lo aveva seguito ed era stata vicina a portarlo a Torino. Viaggio in Francia, affondo. Mancato.
Un paio d’anni dopo Cornet sarebbe andato al Lione, cambiando la propria storia. Non è ancora riuscito a conquistare neanche un titolo. Ora sogna la Champions League. Segnare al City, per lui, in fondo, non sembra essere mai stato un problema.