Appena due goal, entrambi su calcio di rigore. Per uno che nella scorsa stagione ne aveva messi a segno 21, sono un’inezia. Il momento no di Krzysztof Piatek, che va di pari passo con quello del Milan, non sembra volersi concludere. E, anzi, è proseguito anche contro la Fiorentina.
La gara del polacco è durata infatti appena 58 minuti. Dopodiché, Giampaolo ha deciso di togliere dal campo il proprio centravanti per inserire Leo Duarte, esordiente in Serie A. La motivazione? L’espulsione comminata pochi minuti prima a Musacchio, reo di un intervento con il piede a martello sulla gamba di Ribery, che ha costretto il Milan a giocare in 10 uomini praticamente per tutta la ripresa.
La particolarità sta proprio lì: al momento di scegliere l’elemento da sostituire per riequilbrare la squadra, Giampaolo ha puntato il dito proprio verso Piatek. Il proprio uomo d’area, il centravanti a cui spetta il compito di scagliare il maggior numero di palloni possibile oltre le spalle dei portieri avversari.
Nello scorso campionato, Piatek c’è riuscito: 13 goal col Genoa e 8 col Milan, per un totale di 21. Nelle prime sei giornate è andato a segno appena due volte, sempre dal dischetto, prima in casa del Verona e poi del Torino. Reti su azione: zero.
Anche nel primo tempo contro la Fiorentina Piatek aveva dimostrato di vivere un cattivo momento di forma: livello bassissimo di pericolosità, tanti errori, qualche mugugno da parte di San Siro diventati fischi assordanti al momento del cambio. Lo specchio delle difficoltà del Milan è proprio lui.