Tutto fuorché banale. Paolo Montero, si sa, è sempre stato un personaggio fuori dagli schemi. E lo dimostra la sua ultima scelta, ovvero quella di accettare la proposta di allenare la Sambenedettese, squadra impegnata nel campionato di Serie C: “Mi sono incontrato col direttore Pietro Fusco e poi col presidente Fedele: non abbiamo parlato tanto di calcio, quanto del mio modo di vedere le cose, di gestire le situazioni. Ci siamo intesi a pelle“. Così sulle colonne di “SportWeek”.
Un presente da tecnico, ma soprattutto un grande passato da difensore trascorso perlopiù a difendere i colori della Juventus:
Tempi d’oro, quelli bianconeri, spalleggiati da un gruppo coeso dentro e fuori il rettangolo di gioco. Con un’amicizia speciale, più delle altre.
Per i tifosi della Vecchia Signora, e non potrebbe essere altrimenti, Calciopoli resta una ferita aperta.
Tanti, nell’arco della carriera, i grandi allenatori ad aver guidato l’ex centrale uruguaiano. Maestri a tutto tondo.
Grandi mister, ma anche calciatori sublimi ad aver accompagnato Montero lungo il suo percorso:
Tosto, sì, ma al tempo stesso rispettoso dei fuoriclasse avversari. Con un occhio di riguardo verso due bandiere milaniste.
Momento nostalgia, pensando a un calcio che ora semplicemente non esiste più.
Sguardo rivolto alla nuova Serie A, con l’Inter pronta a effettuare un deciso salto di qualità.
Presente e futuro: Samb. Con un’identità ben definita dal punto di vista tecnico-tattico.